Gli indagati avrebbero turbato, con mezzi fraudolenti, il regolare svolgimento della gara d’appalto
II Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, a seguito di mirate indagini ha accertato irregolarità nella gestione e nelle procedure di affidamento del servizio di mantenimento, custodia e cura dei cani randagi presso il canile – rifugio comunale di San Giovanni Rotondo sito in contrada Pontone Longo.
Secondo gli inquirenti, tre dipendenti comunali avrebbero turbato, con mezzi fraudolenti, il regolare svolgimento della gara d’appalto per la concessione della gestione del canile comunale. Una quarta persona avrebbe custodito animali in maniera incompatibile con la loro natura e le loro esigenze primarie.
I militari delle Fiamme Gialle hanno acquisito una copiosa documentazione e ascoltato alcune persone informate sui fatti per verificare la correttezza delle procedure amministrative adottate ed individuare eventuali violazioni alla normativa.
Al termine delle indagini il pubblico ministero ha emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei tre funzionari pubblici per ‘turbata libertà degli incanti’ e nei confronti della quarta persona per violazione dell’articolo 727 del Codice Penale sull‘abbandono di animali.
“Da anni denunciamo l’indegna gestione del rifugio per cani, le indagini della Procura e della Guardia di Finanza ci danno ulteriormente ragione”, è stato il commento della Portavoce in Consiglio comunale del Movimento 5 Stelle Nunzia Palladino.
“Con una prima interpellanza, dell’aprile 2019, ho portato all’attenzione dell’amministrazione la situazione in cui versava il canile e tutte le inadempienze di chi lo gestiva. In risposta alle mie richieste, dall’amministrazione ci è stato detto che non vi era nulla di illecito nell’affidamento della gestione del canile, che la ditta ottemperava ai suoi doveri e che i cani erano adeguatamente custoditi e curati“.
“Nel novembre dello stesso anno, – continua la Portavoce – la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosa Barone, denunciava la grave situazione del canile al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale, il quale effettuava un sopralluogo e stilava un verbale che non lasciava dubbi sulla condizione del canile. Segnalazioni e denunce successive hanno portato il ‘problema canile’ sempre più in primo piano, al punto che la gestione dello stesso venne tolta all’assessore che aveva la delega e affidata ad una persona esterna all’amministrazione, segno evidente che l’azione dell’assessore non era stata all’altezza. A distanza di due anni, le indagini della Procura e della Guardia di Finanza ci danno ulteriormente ragione. E se la condizione dei nostri amici a quattro zampe è migliorata lo si deve principalmente all’impegno continuo di associazioni di cittadini e volontari, grazie ai quali è stato possibile evitare il trasferimento degli animali in esubero presso altre strutture regionali. Grazie a loro i cani sono stati adeguatamente curati, mantenuti in stallo e trasferiti nelle famiglie di adozione, esclusivamente attraverso forme di auto-finanziamento. Oggi la situazione del canile sembra decisamente migliorata, ma la parola ‘fine’ non è stata ancora scritta”.
Sulla questione è intervenuto anche il referente comunale per la gestione del canile Alberto Pietroboni: “In merito alle notizie apparse questa mattina relative alla conclusione delle indagini per la gestione del canile comunale, vorrei precisare che sono fatti relativi l’affidamento alla società che gestiva precedentemente la struttura. L’attuale amministrazione comunale ha negato, allo scadere dell’appalto, anche la proroga in attesa del nuovo bando. Aspettiamo l’esito definitivo delle indagini confidando nel lavoro degli organi preposti affinché sia fatta chiarezza sulla vicenda. Valuteremo – conclude – anche una eventuale costituzione parte civile in caso di condotte illecite da parte di chiunque”.