di Gianni Lannes
Sulla carta la Repubblica italiana è una forma di governo in cui «la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei modi e nei limiti della Costituzione » (articolo 1).
Ora, se a tutti gli effetti, la sovranità monetaria appartiene alla BCE, se la sovranità sanitaria spetta all’OMS, se le scelte economiche sono stabilite dal WTO, se le decisioni militari toccano unicamente alla NATO, se l’UNESCO detta legge su istruzione e cultura, se l’UNIONE EUROPEA introduce gli Organismi geneticamente modificati, se i SERVIZI SEGRETI dei “Paesi Alleati” (Padroni) controllano anche il nostro respiro, se l’U.S. AIR FORCE sparge quotidianamente sostanze tossiche nei cieli, se la multinazionale GLAXO SMITH KLINE avvelena per legge anche i nostri bambini, allora ci riferiamo ad una nazione a sovranità non più limitata, come è stato effettivamente ed ininterrottamente dal 1945, ma addirittura azzerata.
Al cittadino-elettore si richiedono solo due atti eticamente insignificanti: comprare merci (rapportandosi agli altri come merci) e “votare” qualcuno (già manipolato o sotto schiaffo) – scelto ed imposto dal sistema di potere – apponendo una croce, proprio come gli analfabeti. Altro che riforma elettorale.
Dopo l’approvazione nel 2007 del Trattato di Lisbona che ha sospeso e congelato la Costituzione repubblicana ed antifascista, gli illustri giuristi, i fervidi costituzionalisti italioti e tutte le menti illuminate, perché non hanno profferito verbo e ancora tacciono nei secoli dei secoli?
In tempi correnti di opulenza frustrante, l’impotenza (apparente) dell’opinione pubblica italiota è la nostra forma specificatamente moderna di povertà. A quando nello Stivale un risveglio dal letargo? Senza ribellione è impossibile liberarsi dalle catene.