Il caso di Giuseppe Palladino
Giuseppe Palladino è un uomo nato a San Giovanni Rotondo, ha 42 anni, sposato e con una figlia di dieci anni. Ha lavorato per una decina di anni come panettiere, che è il suo vero mestiere, poi a causa della chiusura dell’azienda presso cui lavorava è rimasto una prima volta senza lavoro. Successivamente ha fatto il carpentiere per circa quattro anni fino a quando il suo datore di lavoro ha cominciato a fare avances a sua moglie che prontamente racconta tutto a Giuseppe il quale decide di affrontare il proprio datore di lavoro.
Da qui nasce una lite e Giuseppe si ritrova nuovamente senza lavoro. Sono passati quasi tre anni da quando Giuseppe ha perso il lavoro e da allora è costretto a sbarcare il lunario con dei lavoretti saltuari, piccole riparazioni per guadagnare quel poco che gira alla sua famiglia. Poi la mancanza di lavoro e la continua incertezza economica hanno fatto il resto. Attualmente sua moglie e sua figlia abitano in una casa il cui affitto è pagato dal padre di lei, che però non vuole assolutamente che anche Giuseppe abiti con loro. Così Giuseppe è costretto a lasciare la sua famiglia e a trasferirsi per qualche tempo da un suo cugino che però avendo famiglia non può garantire a Giuseppe una lunga permanenza. Quindi Giuseppe dapprima vive per strada, lavoricchiando saltuariamente per girare qualcosa a sua figlia e mantenersi in vita, poi grazie alla disponibilità di un amico ha trovato alloggio in un prefabbricato di legno alle porte della città senza acqua né luce né servizi, che attualmente rappresenta l’unico rifugio dalla strada.
“Quando posso vado da mio cugino che non mi ha più potuto ospitare, ma che comunque mi permette ogni giorno di lavarmi, fare una doccia” ha dichiarato Giuseppe e “quello che chiedo è di trovare un lavoro che mi permetta di tornare a fare il padre e provvedere per mia figlia, in modo da tornare a vivere decentemente in casa con la mia famiglia” prosegue.
Nei giorni scorsi è stato ricevuto dall’Assessore Matteo Ciociola con delega per le “Politiche Sociali e della Famiglia” il quale ascoltata la situazione si è attivato per far si che Giuseppe figuri in una graduatoria per alloggi popolari. In particolare si tratta di alloggi che dovranno essere prima ristrutturati perché ora inagibili, e che quindi richiedono ancora del tempo prima di poter essere utilizzati e assegnati. Inoltre occorre precisare a scanso di equivoci, che la suddetta graduatoria non esiste ancora, e sarà posta in essere quando gli alloggi saranno agibili e assegnabili.
Proprio in questi giorni Giuseppe ha trovato un lavoro per un paio di mesi come raccoglitore di asparagi in un’azienda agricola di Manfredonia. “Così, almeno per qualche mese potrò avere qualcosa da girare alla mia famiglia. Però quello che vorrei davvero, è trovare un lavoro più duraturo e stabile, qualsiasi tipo di lavoro anche fuori da San Giovanni, e vivere in una casa decente e non in una baracca senza luce nè acqua” conclude Giuseppe, che poi mostrando una dignità fuori dal comune, mi chiede di scattare una foto e di pubblicarla. Chiunque voglia aiutare Giuseppe, può contattare la nostra redazione.
PMA