Ogni città, ogni paese, ha le proprie carte sporche da raccogliere e tanti disinteressati
Qualcuno sicuramente ricorderà una bella canzone di Pino Daniele, era il 1977, che diceva “Napule è ‘na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a ciorta”.
L’artista si riferiva alla città dove “l’immondizia è oro”, come disse il collaboratore di giustizia, l’ex camorrista Nunzio Perrella, agli inizi degli anni ’90. Lo cantava più di 30 anni fa e nessuno fece niente.
Poi ci fu la prima emergenza ed il governo pensò bene di inviare un commissario speciale perché risolvesse il problema, che non risolse. Da allora l’emergenza é diventata normalità di una vita contaminata da cumuli di monnezza ovunque presenti, e dal fumo velenoso degli incendi appiccati dagli “incoscienti”.
Ogni città, ogni paese, ha le proprie carte sporche da raccogliere e tanti disinteressati.
Il fatto preoccupante è che la differenziata nella nostra città è iniziata gradualmente diverso tempo fa. Ci sono state lamentele dei cittadini che continuano ad esserci, ed insieme l’inciviltà trionfa agli angoli della città. Spesso la sensazione è che parte de cittadini non vuole convincersi, non vuole accettare che la raccolta differenziata è l’unico strumento utile, utilizzato anche in altri paesi.
Cumuli di mondezza e materassi che appaiono come una sorta di inno alla pigrizia, all’incoscienza, all’inciviltà. E’ vero che fare la differenziata è cosa impegnativa ma bisogna necessariamente farla, non perché la politica lo chiede. E’ uno stile di vita che bisogna intraprendere senza se, senza ma.
Chiediamo le dimissioni dell’assessore, del sindaco, ma chiunque li sostituirà non ce la potrà fare se ognuno di noi non saprà assumersi le proprie responsabilità.
Senso civico ed interesse collettivo sono la strada giusta per tenere pulita la nostra amata Città. Bisogna smettere di delegare ad altri, non basta solo il Comune, la ditta, l’assessore, ecc.ecc.: iniziamo da noi stessi.
Le responsabilità sono troppe e diffuse, e cercare ad ogni costo uno o più responsabili significherebbe trasformare ancora una volta la “santa” pazienza dei cittadini nel cinico tirare a campare alimentando il disinteresse del cittadino.
Tuttavia, prendersela solo con la politica è riduttivo. Non si può non vedere che esiste una corruzione e inciviltà capillarmente diffusa, che tanta parte del popolo è stato disposta fino ad ora ad “avere pazienza”, adattandosi a convivere con i “furbi”.
Ma diciamoci la verità, cosa sono le Istituzioni se non lo specchio di noi stessi? Cosa fare allora è presto detto, ma certamente non presto fatto: occorre educare i cittadini ad responsabili e non solo “clienti del console” che hanno eletto. Bisogna insegnare nelle scuole, fin dall’asilo, come e perché fare la raccolta differenziata. Educare al riciclo, a un consumo meno forsennato e più compatibile. Occorre imparare a denunciare i “furbi”, a tirare la testa fuori dalla sabbia.
La colpa, quando è collettiva, non lascia scelta. Se ci sarà presa di responsabilità individuale e voglia di riscatto, se ne potrà uscire con gli anni ed i decenni. Altrimenti … pazienza!
Berto Dragano