{mosimage}“Il linguaggio si evolve… il contenuto NO”
di Berto Dragano
Quando, un tempo, il “parlare in piazza” era la politica, la politica stessa era un’altra cosa. Rimembrando i fasti comizianti del passato, quando l’ars oratoria faceva la differenza, mi chiedo se allo stato attuale delle cose il comizio abbia ancora utilità, se possa servire ancora per dichiarare pubblicamente le intenzioni, le idee da proporre e da realizzare nella propria città.
Un podio, dall’alto – e il pubblico in basso, con facoltà solo di applaudire (o contestare) quando gli argomenti solleticano il comune sentire. Ma il punto è che forse la politica vista da sotto il metaforico trono sul quale l’oratore s’innalza e parla senza contraddittorio, fa fatica a sopravvivere in una scena pubblica mediatizzata come la nostra.
In un certo senso la politica di una volta, è identica a quella che i nostri amministratori continuano ad applicare oggi, come la scultura del David di Michelangelo, composta da elementi sproporzionati che, visti dal basso o, a grande distanza sembrano assolutamente perfetti.
Una specie di illusione ottica che la politica conferma con il sapiente uso del comizio.
Molto spesso abbiamo udito oratori politici che discernevano nelle piazze programmi e linee guide per cambiare il paese e poi, come per magia, una volta accomodati in sala consigliare si cambia strategia. Illusione (uditiva) che noi cittadini siamo sempre stati costretti a subire.
Il passato deve necessariamente lasciare il campo ad un incalzante futuro. Purtroppo però, come spesso accade, viene tramutata la forma ma non la sostanza. Ai “soliti” comizi si sta affiancando il fenomeno del secolo, il nuovo mezzo di comunicazione per eccellenza: Internet.
La rete, infatti sta creando un nuovo linguaggio politico, il quale però, viene trasformato in un ennesimo punto di rottura invece che di confronto. E’ da diverso tempo che dei cittadini online stanno facendo politica al di là e all’insaputa di se stessi e dei partiti. Mentre questi ultimi continuano a considerare i cittadini soltanto come una massa di elettori (allo stesso modo in cui le aziende tradizionali li considerano soltanto consumatori), i cittadini online stanno ri-scoprendo il gusto di essere persone che danno vita a conversazioni autentiche.
Questo significa che la rete sta aprendo una nuova possibilità e un nuovo modo di fare partecipazione, un nuovo linguaggio, diretto, vero, appassionato.
In primavera inizieranno i confronti, si sprecheranno iniziative, commenti sul portale sgr, tavole rotonde, cene e comizi. Tutte modalità in cui la politica svela in tutta la sua evidenza una specie di illusione ottica.
E’ per questo che una nuova ed alta politica deve passare innanzitutto da una radicale capacità di mutamento del linguaggio, soprattutto nel rispetto dei mezzi di comunicazione e di chi li mette a disposizione.
Concludo augurandomi di continuare a leggere critiche, imposizioni civili – e non veleni – che ognuno di noi può avere dentro e che, in quanto personali necessitano di un nome ed un cognome.
Berto Dragano