Ovvero la città ai cittadini
Innamorato del luogo in cui sono nato, desideroso di vedere la propria Città “viva e dinamica”, economicamente e socialmente progredita, quale portavoce dei miei umili pensieri e di quelli di amici di lunghe e costruttive scorribande nella disamina di annose problematiche che affliggono San Giovanni Rotondo, esterno mie personali considerazioni, affinché queste possano essere di auspicio ad un costruttivo dialogo tra valide e non aride menti della Città per tracciare concordemente, e nel rispetto delle altrui argomentazioni, le linee guida alle quali ancorare aspiranti amministratori nella futura e prossima attività di governo di questo paese.
Consapevole della difficoltà di disancorare da talune menti che il benessere di un Città non può essere coltivato solo ed unicamente con l’amministrazione dell’ordinario, alla quale sono deputati i detentori degli uffici amministrativi (dirigenti, funzionari ecc.) e che tanto non può essere unico motivo di gaudio, rimane la necessità di intendere o far intendere ai futuri concorrenti alle poltrone del Palazzo di Città che il ruolo del politico o del futuro amministratore non può essere relegato al mero rapporto di servizio nei confronti di chi (dirigente/funzionario) per lavoro è quotidianamente addetto alla macchina amministrativa.
Non più a parole o con effetti speciali, luci abbaglianti e polvere negli occhi e nelle menti, ma in concreto si impone come principio fondamentale ed irrinunciabile che funzione primaria dell’azione politica ed amministrativa è quella di coltivare interessi della collettività meritevoli di tutela.
Non la tutela del singolo interesse patrimoniale o del ristretto gruppo di sostenitori di questa o di quella forza politica, ma la tutela dell’interesse generale come scopo da perseguire, cioè il bene comune.
Motivare le più laboriose risorse umane e menti della nostra città, oggi sfiduciate dall’arida attenzione mostrata da parte di chi, nell’ambito di un’azione sinergica, avrebbe dovuto coinvolgerle in un più ampio progetto di crescita, si impone come esigenza primaria.
Riportare la fiducia nei cittadini, consentendogli di interessarsi con rinnovata passione dei problemi della collettività, invogliandoli con il messaggio che insieme si può costruire una Città migliore e che i propri progetti, connotati dal pubblico interesse o comunque portatori di un bene o di una pubblica utilità, non saranno ignorati ma considerati.
Realizzare una Città ove il colore politico non sia spartiacque di ciò che è da tutelare è ciò che non è meritevole di attenzione alcuna, ma fonte di sana discussione tra le forze politiche, che della politica ne facciano strumento di partecipazione all’amministrazione della cosa pubblica per il raggiungimento del bene collettivo.
Ad una qualsiasi città, una…cento…mille, fatta di associazioni, comitati, ed altre realtà organizzate e non, capaci di proporre iniziative ed eventi di interesse collettivo, di porre in risalto interessi e problemi della collettività, l’attitudine a non ascoltare si traduce irrimediabilmente nell’incapacità di individuare per tempo i problemi e di dare risposte tempestive.
Ascoltare, dialogare, dare risposte motivate.
Capire le ragioni di un si o di un no .
Realizzare un modo di partecipazione dei cittadini alla vita della Città.
Censire attraverso l’ascolto dei cittadini esigenze, bisogni e problematiche quotidiane
Il no ad una richiesta non deve essere la parola fine ad una vicenda amministrativa, ma la base per consentire al cittadino di poter addivenire al relativo accoglimento, supportandolo con la fattiva collaborazione della macchina amministrativa, senza mai perdere di vista lo scopo ultimo del bene comune.
Il Cittadino non più solo, ma protagonista attivo della Città, propositivo di idee e progetti per il bene della collettività e supportato dall’apparato amministrativo.
Una struttura amministrativa che funzioni per davvero, magari motivando le menti che vi lavorano ed organizzandole per porle come concrete interlocutrici con l’utenza, capace di recepirne le istanze, le problematiche quotidiane, capace di adoperarsi per proporre soluzioni semplici ed edificanti, è il vero collante tra ente pubblico e cittadinanza.
In questa prospettiva il messaggio mio e di quanti come me ne condividono i contenuti, nonché l’invito a tutte le menti aperte di San Giovanni Rotondo, affinché nella sana discussione delle idee e dei progetti si elabori un progetto amministrativo per la Città, lasciando aperta ogni possibilità di determinazione dei relativi scopi, sempre e soprattutto nell’ottica del miglioramento della qualità della vita della nostra collettività in tutti i suoi aspetti.
Chiunque, in un’ottica di mera collaborazione per il raggiungimento del bene comune, sarà accolto ed ascoltato affinchè possa portare a conoscenza della collettività proprie idee e progetti.
Per la Città che Verrà
Giovanni Marchesani