A nulla è servito l’appello di pochi giorni fa
Non sono passati nemmeno due giorni dalla lettera-denuncia dell’associazione Enpa-4 Zampisti di San Giovanni Rotondo che ieri si sono verificati altri due casi di avvelenamento.
I due cagnolini sono stati per fortuna subito soccorsi e portati in una clinica veterinaria: quasi sicuramente hanno mangiato bocconi avvelenati messi da chissà quale mano criminale che si diverte a compiere simili barbarie.
“Ma cosa vi siete messi in testa??!!”, scrivono i volontari sulla pagina Facebook dell’associazione. “Sta diventando insostenibile tutto questo! San Giovanni Rotondo, un paese di assassini!”, è la pesante accusa postata sui social.
Questo invece il messaggio di una volontaria: “Altri due casi di avvelenamento in 24 ore nel paese più emancipato e importante del mondo. C’è chi la lotta al randagismo la risolve così….
La cosa più atroce è il silenzio intorno a tutto ciò: ‘è soltanto un cane ci sono cose più importanti!’ Quali? Come si valutano le cose più importanti? Con quale criterio di valutazione e soprattutto chi decide cosa è più importante?”, l’amaro sfogo postato a cui hanno risposto decine di cittadini indignati.
Ricordiamo che in base all’art. 544-bis del nostro codice penale “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”, mentre nel caso di maltrattamenti di animali, l’art. 544-ter del codice penale sancisce che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi”.
Speriamo che tutto questo finisca, al più presto!