La risposta di Gaetano Cusenza all’inchiesta di Repubblica
Ho visto un video di Repubblica sulla nostra Città girato il 17 agosto.
Alcune provocazioni, tante inesattezze e consentitemi molte bugie, ma ciò che mi è parso particolarmente esagerato è la seguente espressione: < la Chiesa di San Pio che è costata…. è una Cattedrale nel deserto >.
Questo giornalista o non è mai venuto a San Giovanni Rotondo oppure è in mala fede. Provi a venire tutte le domeniche e vedere che ad ogni messa ( ne sono quattro: non c’è un posto libero a sedere.
Il giornalista si è superato, quando ha provato a misurare la fama di Padre Pio, in rapporto alla riduzione della vendita degli oggetti del Santo. La sua tesi è stata: si vendono meno oggetti, vuol dire che Padre Pio è meno famoso. Povero giornalista. Non ha capito che Padre Pio oggi è ancora più amato di ieri. Ma il numero dei visitatori, dice il giornalista, è fortemente calato? E’ vero, ma di poco. Inoltre questo calo non dipende dalla minore o maggiore devozione verso Padre Pio. Sono molteplici i fattori di questo leggero calo. La crisi economica, la fama di tantissimi altri Santuari, in Italia e all’estero etc…
Ma, nonostante questi fattori sfavorevoli , ritengo che San Giovanni Rotondo tiene bene. Una cosa invece bisogna tenere ben presente: oggi ciò che è cambiato, nella nostra Città, è l’offerta, che è di gran lunga superiore alla domanda. E’ sbagliato dire che sono calati di molto i visitatori, sarebbe più corretto dire: sono aumentati di molto gli alberghi, i ristoranti e i negozi. Quindi è aumentata a dismisura l’offerta, ed è calata leggermente la domanda.
Un esempio per rendere meglio il concetto. Fino al 2000 avevamo 1800 posti letto, oggi ne abbiamo 9000, e le persone che venivano e continuano a venire, giornalmente erano e sono 1800, è chiaro che ieri nessun operatore si poteva lamentava: c’erano 1800 posti letto, venivano 1800 persone al giorno, non c’era motivo di lamentarsi, oggi invece con 9000 posti letto, anche se il numero dei pellegrini è sempre di 1800, i proprietari dei restanti 7000 posti letto, giustamente si lamentano.
Ma in tutto questo la straordinaria Santità di Padre Pio, caro giornalista, cosa c’entra?
Anzi, la presenza quotidiana, ancora oggi, di tantissimi pellegrini, stranieri e italiani, nonostante la crisi economica, indica che non c’è crisi spirituale. E’ vero, oggi abbiamo moltissimi stranieri, i quali hanno abitudini diverse, che sicuramente li portano a spendere di meno. Addirittura ci sono gruppi stranieri che la notte non vanno neppure in albergo. Restano a dormire nei pulman. E noi rispetto a questi come ci poniamo? Dobbiamo solo rispetto. Sono loro i veri pellegrini. Ma non portano soldi? Non fa niente. Questi sono i prediletti da Padre Pio. Sono bastati pochissimi mesi, da quando abbiamo papa Francesco, che tutti i giorni ci sono gruppi dell’America Latina. Segno chiaramente provvidenziale. I Frati Cappuccini hanno dovuto richiamare dalla Polonia un confratello, perché i gruppi Polacchi sono numerosissimi. Segno altrettanto chiarissimo della provvidenza. Padre Pio va oltre i nostri piccoli calcoli matematici.
Pertanto, se qualcuno vuole fare commistione tra la fede e il denaro, è pregato di accomodarsi alla porta. Ribelliamoci a questa mercificazione di Padre Pio.
Infine, venga oggi 20 agosto, il signor giornalista, venga a vedere la fila di turisti ( è gente che viene dal mare). Per vedere e pregare Padre Pio, occorre fare più di un’ora di fila. Basta con questa storia che se gli alberghi sono vuoti, se non si toglie ad essi il vincolo venticinquennale, se non si vendono gli oggetti, se non si fanno un certo numero di coperti nei ristoranti, vuol dire che Padre Pio è in “crisi” e quindi la Chiesa di San Pio è inutile, l’Ostensione è un puntiglio dei frati, etc… Basta con queste provocazioni.
Se sono state sbagliate le scelte politiche, frutto di un errato calcolo, perchè c’è la prendiamo con Padre Pio?
Distinguiamo la fede dal denaro.
Questa è l’immagine che i sangiovannesi devono difendere. Da questo l’Amministrazione Comunale deve ripartire per rilanciare il turismo a San Giovanni Rotondo.
magic
Complimenti dott. avv. Cusenza per il “perchè c’è la prendiamo con Padre Pio?”.
E non mi venga a dire che è stato un errore dovuto alla fretta, perchè su Facebook è diventato una macchietta per il suo italiano.
Lino Savino
StoneBirds68
Caro Gaetano, leggendo il tuo commento mi sono chiesta se avevo guardato lo stesso video… E’ vero, ci sono alcune imprecisioni, come quella che giustamente rilevi sulla Chiesa di San Pio, che certamente non è una “cattedrale nel deserto” (anche se ogni volta che entro si scontrano in me sentimenti contrastanti, ma questa è un’altra storia).
Prima di scrivere ho riascoltato di nuovo con attenzione il tutto e non ho mai sentito il giornalista dire che la devozione per San Pio è in crisi, come farebbe credere il titolo del tuo articolo. Riascolta per esempio da 00:19 a 00:26. Qui e in altre occasioni il giornalista ribadisce che non è la fede né l’amore verso San Pio ad essere in discussione. L’articolo e il video sono esplicitamente un’inchiesta sulla speculazione edilizia basata sulle previsioni (volutamente?) esagerate al momento del Giubileo. Io non abitavo a San Giovanni a quell’epoca, non so com’è andata, non so se amministrava la destra o la sinistra, ma quello che vedo adesso, ogni giorno – centinaia di persiane abbassate nella maggior parte degli alberghi – mi fa piuttosto essere d’accordo con il giornalista che con te.
Di certo, non mi sembra il giornalista la persona più colpevole di “fare commistione tra fede e denaro”… basta che ci guardiamo intorno…
“Ribelliamoci a questa mercificazione di Padre Pio”. Completamente d’accordo. Ma non capisco chi dovrebbe “accomodarsi alla porta”… il giornalista? allora, per onestà, in molti si dovrebbero, anzi ci dovremmo mettere in coda prima di lui!
Tiziana Petruccelli