All’Isis “Di Maggio” la festa di fine anno unisce sport, musica, studio e “lavoro”
Un’occasione per fare comunità valorizzando l’indole unitiva e aggregativa dello sport, ma anche un giorno per presentare e condividere le attività svolte dai giovani nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. La grande famiglia dell’Isis “L. Di Maggio” si è ritrovata il 4 giugno per vivere un tempo di festa, una festa dello sport ma soprattutto una festa della scuola. Una scuola viva e vivace, relazionante e relazionata, aperta al dialogo e alla collaborazione, capace di “riscoprire” alcune delle sue prerogative peculiari esercitandosi nell’incontro e nella condivisione, raggiungendo i giovani nei loro interessi “scolastici”, lo studio, il “lavoro” (alternanza) e appunto lo sport.
Mentre nella palestra grande della scuola andava in scena l’ultimo atto del torneo di calcetto, nell’Auditorium si svolgeva una breve conferenza dal significativo titolo: “La scuola, il lavoro, lo sport … come benessere”. I ragazzi del triennio hanno presentato i prodotti realizzati durante il periodo di alternanza scuola-lavoro alla presenza del Dirigente Scolastico e dei docenti, tra i quali la professoressa Monica Mele, responsabile del progetto, che ha aperto i lavori raccontando l’itinerario compiuto dai giovani: «Le classi terze del nostro istituto hanno aderito al percorso di creazione d’impresa in collaborazione con Studentslab, un contenitore di attività laboratoriali pensate per promuovere la cultura d’impresa e l’etica degli affari tra i più giovani, incentivando l’autoimprendorialità e lo sviluppo delle competenze trasversali». Quindi ha parlato della partecipazione degli studenti alla Fiera d’Istituto, dove hanno allestito uno stand con i loro prodotti riscuotendo molto interesse e apprezzamento. «Si è trattato – spiega la professoressa – del primo approccio dei nostri ragazzi con l’esterno, un’occasione per raccogliere suggerimenti e testare la validità del proprio prodotto».
Nel suo intervento il Preside ha valorizzato l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro come un momento decisivo, che la scuola offre, per sviluppare percorsi e accrescere le competenze specifiche degli alunni, in dialogo con quanto suggerito dalla comunità europea: «All’interno di uno scenario di progressiva disgregazione e frammentazione delle identità e appartenenze, nel quale anche la scuola tende a regionalizzarsi, uno stile che ci collega all’Europa, come quello dell’alternanza – ha spiegato il DS, il prof. Rocco D’Avolio – è certamente da incoraggiare. Si tratta di valorizzare quelle indicazioni maturate già negli anni ’90 con i contributi di Delors, che auspicavano un modello di scuola, comune ai paesi membri dell’Europa, capace di preparare concretamente i giovani all’ingresso nel mondo del lavoro». Consapevolezza di essere cittadini italiani che vivono e si relazionano in/con l’Europa, che è stata offerta alla comunità scolastica già all’inizio dell’anno, dal primo giorno di scuola, nel quale docenti e alunni hanno varcato la soglia dell’edificio scolastico dopo aver ascoltato insieme l’inno nazionale e l’inno europeo. «La musica – ha spiegato il Preside – è una delle arti che accomunano i popoli, uno strumento di coesione, come la scuola che è un bene di tutti e per tutti».
Subito dopo anche gli studenti del triennio hanno raggiunto i loro coetanei in palestra, dove intanto era in corso il concerto di alcune band musicali costituite da ragazzi frequentanti l’Istituto. Quindi ha avuto inizio la parata di tutti gli atleti, a seguire l’inno nazionale e il messaggio del Dirigente Scolastico. Il prof. Rocco D’Avolio ha approfondito la correlazione tra pratica sportiva e valori, «la lealtà, la perseveranza, la condivisione e la solidarietà», e si è soffermato sulla connessione tra sport ed integrazione, «fattore che consente di superare le diversità di culture e di nazionalità», quindi ha parlato della concatenazione tra sport e movimento «che aiuta a favorire la consapevolezza del proprio corpo, il benessere fisico e l’autostima», e infine del nesso tra sport e salute, visto come possibilità per accrescere «equilibrio mentale e autonomia dei comportamenti», ma anche «come una “palestra” per imparare a sostenere emozioni negative e stress».
La giornata è proseguita in modo ordinato e disciplinato, ogni attività ha avuto i suoi tempi senza alcuna sovrapposizione di eventi, e le performance atletico sportive degli alunni sono state di assoluto valore. Merito della particolare cura riservata dai docenti di scienze motorie che hanno lasciato emergere il meglio da ogni atleta e da ogni gruppo. Le attività sportive sono proseguite con le dimostrazioni di kung fu e le coreografie di ballo, il percorso ginnico, gli incontri di basket e di volley, che hanno visto la partecipazione anche della squadra dei docenti. I match sono stati accompagnati dalla presenza delle cheerleader.
Meritevole di menzione la coreografia di danza, ispirata al tema della vita, magistralmente interpretata da un gruppo di giovani della scuola. Un evento che ha suscitato molta commozione fra il pubblico e ha favorito un certo processo d’interiorizzazione dei contenuti suggeriti. Il leitmotiv del ballo è ben sintetizzato in un breve scritto frutto della condivisione tra la professoressa Antonella Mazzeo, docente di scienze motorie, e gli stessi giovani.
“La vita è un dono straordinario.
Quando eri bambino i tuoi occhi si meravigliavano per ogni cosa che vedevi,
eri spontaneo, fantasioso, puro nell’anima.
Man mano che crescevi perdevi tutto a causa dei condizionamenti esterni, dei pregiudizi e dei giudizi
e alla fine hai smesso di sognare.
Vivi una vita che non ti appartiene, triste e annoiato,
frustrato dai falsi miti e spegni ogni giorno la luce che c’è in te.
Ma questa è l’unica vita che ti è concessa.
Dentro di te è racchiuso l’infinito.
Torna a sognare!
Lasciati attraversare dalle emozioni fin dentro la tua anima,
fai battere il tuo cuore,
colora la noia e la malinconia di sogni e speranze,
colora la tua vita di amore,
scopri le meraviglie che abitano in te.
Ritorna bambino!”.
L’esempio di una metodologia didattica che assume lo sport e in senso più generale il gioco come strumenti per educare e formare i giovani è certamente un esperimento da ripetere e consolidare. L’Istituto nel corso dell’anno ha portato avanti anche altri progetti nel segno di una philosophia ludens, per esempio nel campo della fisica, dove i nostri giovani sono stati introdotti alla possibilità di rappresentare una disciplina bella e impegnativa attraverso il gioco. Pluralità di percorsi che affermano un’antropologia integrale capace di coniugare corpo, anima e spirito.