"Il razzismo e la xenofobia non appartengono alla mia storia, al mio modo di essere e alla mia cultura"
Egregio Assessore,
Fa specie registrare risposte che scadono, quando non vi sono valide argomentazioni, nelle offese personali per giustificare le carenze delle proprie funzioni istituzionali.
La sua delega alla Protezione Civile Regionale, le imponeva un coinvolgimento ad una pianificazione condivisa con le istituzioni locali. Dare accoglienza non significa solo parcheggiare in strutture lussuose gli extracomunitari bisognosi di attenzioni umanitarie. Occorre qualificare l’accoglienza con una precisa e condivisa politica che governi numeri e risorse da dedicare: interventi di servizi sociali, equipe di psicologi e quant’altro possa essere necessario, affinché del loro transito rimanga traccia positiva in termini di esperienze e di arricchimento culturale, per il tempo breve o lungo in cui l’immigrato possa sostare in un luogo qualsiasi di accoglienza.
Una delle più alte cariche istituzionali della nostra Regione non può permettersi di apostrofarmi come “razzista e xenofobo”, alla stregua di qualsiasi speculatore politico di bassa fattura. I termini da lei utilizzati sono spregevoli ed offensivi: il razzismo e la xenofobia non appartengono alla mia storia, al mio modo di essere e alla mia cultura. Pertanto, invito lei e tutta la sua compagine politica a non sviare le vere responsabilità del vostro operato alzando il tiro con offese gratuite.
Lei si chiede se “è giusto occupare funzioni pubbliche a pagamento per scrivere tali scempiaggini”. E’ una frase che mi ha fatto molto riflettere e vorrei sottolineare che il sottoscritto è pienamente consapevole del mandato elettorale di cui è stato investito a seguito di un largo e diretto suffragio popolare. Il mio mandato non è esercitato per dire “scempiaggini”, bensì per adottare scelte politiche in qualità di Sindaco a tutela dell’intera comunità cittadina sangiovannese che rappresento.
Di contro, per restare nel medesimo tema della sua domanda, mi verrebbe da chiederle: è giusto esercitare funzioni pubbliche per “chiamata diretta”, lautamente retribuite, soggiogandole esclusivamente a direttive di partiti o a scelte campanilistiche? Le chiedo quindi di spiegare all’intera Regione Puglia, come mai dopo un allagamento subito il 12 settembre 2009, che ha provocato disastri in buona parte della nostra città causando anche un morto, ad oggi il suo Assessorato non ha concesso un solo centesimo dei 210 milioni di euro disponibili dei fondi FAS per la messa in sicurezza idraulica del nostro territorio? Sfogliando le pagine web ho appurato che Fasano, la sua città natia, ha beneficiato di ben 9 milioni di euro dei suddetti fondi.
Sono orgoglioso di essere accusato di avere “mancanza di senno” se questo significa prendere posizioni, anche forti per salvaguardare la nostra amata città.
Eludendo tutte le nostre richieste per avere i contributi necessari a realizzare le dovute opere per la messa in sicurezza idraulica dell’intero territorio cittadino, in maniera del tutto provocatoria, lei, senza coinvolgere le istituzioni locali, manda a San Giovanni Rotondo un numero indefinito di immigrati al solo scopo di creare difficoltà alla neo amministrazione comunale, ben sapendo che un Sindaco assennato e pagato per occupare funzioni pubbliche, non poteva far altro che opporsi a questo modo approssimativo di fare accoglienza, evidenziando la disponibilità di altre strutture ricettive presenti sull’intera riviera, dal Salento al Gargano, senza necessità di trasferire extracomunitari sommariamente identificati vicino ad obiettivi sensibili come i nostri.
In conclusione, con questa missiva chiarificatrice, ritengo chiusa, almeno da parte mia, questa fase polemica e auspico, per il futuro, che le nostre rispettive funzioni istituzionali possano trovare le convergenze necessarie per far fronte ai problemi che si riversano quotidianamente sulla nostra Regione.
Il Sindaco
Luigi Pompilio