Partito il progetto di recupero finanziato dalla Provincia realizzato da Antonio Tedesco e Filomena De Bonis
“La Montecatini: studio per un rilancio turistico della miniera di bauxite”.
E’ questo il nome del progetto finanziato dalla Provincia di Foggia per il recupero dello storico giacimento minerario sito a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo. Il progetto, realizzato da due validi ed intraprendenti giovani della città, Filomena De Bonis e Antonio Tedesco sotto la supervisione del dirigente comunale Nicola D’Elia, prevede uno studio storico della miniera che porti all’istituzione di percorsi tematici e didattici in loco.
“Siamo appena agli inizi – dichiarano i curatori del progetto, la dottoressa De Bonis e il dottor Tedesco – ma stiamo già raccogliendo frutti importanti. Infatti stiamo effettuando una ricerca tramite gli archivi di Stato per ricostruire la storia della miniera attraverso documenti inediti. Il nostro vuole essere una sorta di studio di fattibilità per il recupero ed il rilancio in termini turistici non solo della miniera ma di tutta l’area circostante per incentivare le escursioni sotto un punto di vista turistico e culturale come già avvenuto con successo in altre regioni italiane come Sardegna e Toscana. Questi studi serviranno a ricostruire l’identità di quei luoghi, per questo il progetto mira a riconoscere la grande importanza sociale che rivestiva la miniera per tutta la comunità di San Giovanni Rotondo, una città che deve riprendersi la propria storia e la propria memoria valorizzando un pezzo fondamentale della vita economica del nostro paese”.
La miniera fu chiusa nel 1973 allorché la società Montecatini decise di rescindere il contratto in quanto non riteneva redditizio l’estrazione della bauxite, preferendo l’importazione dall’estero: “La società Montecatini non fece niente per rimanere qui, e tramite le nostre ricerche tenteremo di portare alla luce i veri motivi che hanno portato alla chiusura della miniera. Inoltre lo studio storico ci ha fatto scoprire particolari inediti della vita della miniera come i bombardamenti della seconda guerra mondiale, la visita di Di Vittorio nel ’51, segno che la miniera rappresentava un pezzo della vita operaia e sindacale italiana dell’epoca con tanti nostri concittadini che hanno sacrificato la vita per rivendicare i propri diritti”, ha dichiarato Tedesco.
“Agli inizi di maggio – ci dice la dottoressa De Bonis – effettuammo un sopralluogo con l’aiuto del gruppo speleologico San Giovanni Rotondo per constatare lo stato di conservazione della miniera che presenta evidenti cedimenti strutturali a causa degli agenti atmosferici. Tuttavia sono rimasti ancora intatti alcuni percorsi utilizzati al tempo dai minatori. Un luogo che comunque conserva ancora un grande fascino. A breve partiremo con una campagna di sensibilizzazione e di comunicazione per la raccolta di documenti storici e materiale fotografico con la collaborazione della biblioteca civica, al fine di realizzare una mostra sulla storia della Montecatini”.
L’idea in sostanza è quella di conservare quello che c’è e renderlo fruibile dal punto di vista storico culturale senza deturpare il contesto, attirando quel turismo di qualità sensibile alle tematiche ambientali. Presto ci sarà la creazione di una tabellonistica efficace dal punto di vista comunicativo, che miri a rendere accessibili i luoghi.
Antonio Lo Vecchio
(da “Il Mattino di Foggia” del 10 giugno 2011)