Quando la politica non dice la verità
Ci risiamo.
Da troppo tempo assistiamo a momenti di “vuoti politici”. Ieri pomeriggio, abbiamo assistito a un ennesimo consiglio comunale dove il sindaco Barbano e la parte residua della sua maggioranza hanno deciso di disertare la seduta per motivi organizzativi.
Poteva essere un’occasione per tentare di dare ai tanti cittadini le risposte che meritano e magari chiarire una volta per sempre la grave crisi in atto.
La perdita di 4 consiglieri passati all’opposizione ha attivato in tanti cittadini una curiosità: chi farà il salto in maggioranza per salvare il salvabile? chi farà il famoso “salto della quaglia”?
Come per magia, il “salto della quaglia” a Palazzo di Città è lo spettacolo che si attende.
Nel linguaggio politico, il salto della quaglia rappresenta il comportamento spesso discutibile di un determinato soggetto che cambia repentinamente fede politica, saltando quasi letteralmente da una poltrona a un’altra, spesso appoggiando un nuovo partito con idee antitetiche a quello di partenza. In questo caso, oltre a definire l’azione del politico come salto della quaglia, si parla spesso anche di trasformismo politico, voltagabbana o, ancora, di cambio di casacca.
Il tenero volatile e il suo curioso saltellare vengono utilizzati in politica anche quando si vuol fare riferimento a una particolare manovra messa in atto da un partito per opporsi alle manovre ostruzionistiche di un altro.
Opportunismo? Mancanza di coerenza? No, il salto della quaglia è ormai diventato un’arte di cui i politici ad ogni latitudine – dal Parlamento al consiglio comunale – sono maestri.
E in questi giorni, a quasi dieci mesi dalle elezioni, ce ne stanno dando una prova concreta anche nella nostra realtà cittadina e al di là di ogni ragionevole dubbio.
Se questo è un buon esempio di carriera politica, come facciamo a convincere i nostri giovani ad avvicinarsi e ad impegnarsi per una buona e alta politica?
Quello che sta accadendo nella politica sangiovannese è la solita giostra, il solito festival dell’ipocrisia.
I cittadini, poco informati dei meccanismi che si muovono all’interno del Palazzo di Città, si chiedono increduli il perché di questa ennesima crisi amministrativa, di questo ennesimo copione.
La questione è che la politica è sempre più costruita su facili slogan, dibattiti, capricci che trasmettono confusione, senza mai permettere di capire quale sia la verità, lasciando i cittadini nell’ignoranza dei fatti.
Le crisi dovrebbero fare chiarezza, dovrebbero servire al cittadino per avere una visione del pensiero delle minoranze e delle maggioranze, senza lasciarlo nel dubbio a chiedersi dove sia la “verità dei fatti”.
La questione è che in queste crisi c’è sempre un ruolo da ricoprire e l’assalto per occuparlo a costo di trasformare la politica in uno strumento non rispettoso degli elettori.
Al di là delle diverse riflessioni sulla attuale crisi, sarebbe bello informare i cittadini delle vere questioni che incarnano le continue crisi amministrative.
Sarebbe interessante assistere a un pubblico incontro, dove chi conosce la verità la rendesse pubblica, senza farla restare lì nel palazzo del Potere.
Spiegare il perché di alcune deleghe, il progetto di fogna bianca, i lavori appaltati e non ancora realizzati.
Informazioni utili per i cittadini i quali, con il voto, potranno creare una nuova storia, una narrazione fatta di verità e trasformare la politica in “verità dei fatti” oppure scegliere di vivere in uno stato di continua crisi e confusione.
Berto Dragano