Uno sguardo nella realtà di commercianti e cittadini
Dal 16 gennaio, come tutti sappiamo, è partita la raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti per il “centro storico allargato”, ossia il centro storico “classico” compresa la parte a nord di C.so Nazionale. Da allora, e prima di allora sono stati numerosi i punti di vista di criticità e di successo dei vari partiti, di esperti del settore e naturalmente dell’amministrazione. Quel che ci sembra sia mancata è il punto di vista di chi, dal 16 gennaio di quest’anno si confronta quotidianamente con la nuova tipologia di raccolta, ovvero i commercianti e i cittadini del centro storico. Siamo andati allora ad indagare sul campo, tra attività commerciali e residenti.
Va preliminarmente detto che la maggioranza di cittadini e commercianti è consapevole dell’importanza della raccolta differenziata e della gestione dei rifiuti, tanto che alcuni si sono “tuffati” con entusiasmo nella nuova avventura.
Ma già sulle modalità di separazione cominciano i disagi. Difatti escludendo l’organico che sembra creare pochi problemi, tantissimi, e indistintamente tra cittadini e commercianti hanno denunciato la mancanza di dettagliate informazioni sul modo di discernere il resto dei vari rifiuti. Qualcuno ci ha confidato di passare diversi minuti per decidere e capire quali rifiuti vanno in quali contenitori e una volta gettato non è sicuro che abbia differenziato correttamente. Questo avviene soprattutto per contenitori di polistirolo, come le vaschette della carne, per il Pet per non parlare poi di giocattoli, contenitori spray, siringhe e altre tipologie di rifiuti di difficile collocazione dal punto di vista del materiale, e che quindi resterebbero fuori dalla differenziata e teoricamente in casa e che vengono smaltite in maniera non corretta. Molti hanno appreso le modalità di discernimento dei vari rifiuti in proprio, attraverso siti internet di settore e altri canali comunicativi, o nei casi di gente più anziana, e ne sono numerosi nel centro storico, da quanto è stato riferito loro da familiari, vicini e conoscenti.
Altro problema, che coinvolge soprattutto i commercianti, per quanto riguarda lo smaltimento di cartone, plastica e tutto quello che non fa parte del “porta a porta” giornaliero (umido/organico e indifferenziato), ma bensì a cadenza settimanale. Il primo problema denunciato da numerose attività, riguarda l’orario in cui è possibile depositare fuori i rifiuti. Come sappiamo i rifiuti vanno depositati fuori dalla porta dopo le 22 e massimo fino alle 7 del mattino, ovvero in orari assolutamente non compatibili con gli orari di molte attività, che aprono alle 8-9 del mattino, e alle 20 hanno la chiusura.
Inoltre, per molte attività diventa difficile gestire la massa di rifiuti di cartone e plastica accumulata settimanalmente, e allora ci si arrangia in proprio. Chi dispone di un buono spazio in magazzino (in pochi per la verità viste le ridotte dimensioni delle strutture) riesce comunque a farcela ad arrivare all’appuntamento settimanale, altri, la maggior parte ,ogni sera , a chiusura partono e vanno a gettare i diversi rifiuti nei bidoni della differenziata ancora sparsi nella parte di città non ancora interessata dal porta a porta, chiedendosi come faranno quando anche in quelle zone i contenitori saranno rimossi.
Tra le attività alimentari e di ristorazione fanno notare come i contenitori distribuiti sono in realtà fuori norma dal punto di vista dell’igiene, perché sprovvisti di apertura a pedale, cosa che costringe dunque a toccare e aprire con le mani il coperchio dei contenitori, venendo così a contatto con i rifiuti. Mancano buste grandi e inoltre alcuni ristoranti hanno dovuto attrezzarsi per conto proprio, arrivando anche a comprare contenitori più grandi a spese proprie non avendo avuto concrete risposte dall’azienda alle loro richieste e denunciano anche loro una carenza di informazioni dettagliate sul come si suddividono i vari materiali.
Decisamente meglio la situazione per i bar di corso Umberto I, lamentano praticamente poche criticità, parlano di un passaggio puntuale e preciso del ritiro, e di poche difficoltà nel discernere i rifiuti, probabilmente forse, ci fanno notare, perché producono sostanzialmente umido e plastica.
Questo è il quadro emerso dalla ricostruzione fatta tra commercianti e residenti.
Andando un po’ oltre la semplice cronaca, e tentando di lanciare qualche utile proposta o analisi o spunto di riflessione, le criticità riguardano, in primo luogo la comunicazione carente di informazioni dettagliate sulle modalità di separazione
dei vari materiali; informazioni lasciate alla volontà/capacità di singoli di cercarsele, o alla voce di familiari e vicinato. In secondo luogo andrebbe previsto un orario e una modalità di ritiro differente per le attività commerciali e di ristorazione.
Se poi guardiamo più il là, all’estensione del “porta a porta” a tutta la città, e alla scomparsa definitiva di cassonetti, quando i numeri e la qualità della differenziata conteranno concretamente sulle nostre tasche, ovvero su aumenti della TARSU (tassa regionale su i rifiuti) , occorre affrontare tutte queste problematiche stando attenti agli spunti che cittadini, operatori, attività commerciali e di ristorazione possono offrire, magari attraverso somministrazioni di questionari o attivazione di “Focus Groups”, potenziando il sistema di informazione e comunicazione sulla corretta differenziazione dei rifiuti ai cittadini, e monitorare il territorio sulla comparsa di eventuali mini discariche abusive, per i soliti “furbetti”.
Pio Matteo Augello
Mariapia Carruozzi