“Una assurda violenza verbale carica di menzogne denigratorie”
Dopo una accurata riflessione, ritengo doveroso non lasciare cadere nel silenzio il vile e violento attacco del 13 agosto partito sui social network e diretto alla mia persona e alla mia azione politica di opposizione in Consiglio Comunale.
Una assurda violenza verbale carica di menzogne denigratorie, che trasforma pesantemente la realtà dei fatti e l’onorabilità delle persone.
Mi si accusa addirittura di «”prostituzione politica” (con una nota di misoginia non trascurabile) per aver ottenuto un aumento di indice di edificabilità su un terreno di proprietà di famiglia attraverso un comportamento di opposizione compiacente e lesivo della moralità della mia azione politica». Questo è volgare, questo è falso!
Ritengo doveroso precisare, e solo per opportuna chiarezza, che l’aumento di volumetria, che minerebbe pesantemente la mia moralità, non è altro che una presa d’atto che l’Ufficio Tecnico Comunale doveva effettuare per riconoscere che sul sito edificabile di cui si parla vi è un indice di edificabilità rinveniente da zona C2, come previsto dal P.R.G Dal Sasso approvato ben nel lontano 1978. Tale riconoscimento di indice era doveroso in seguito alla decisione di un componente della mia famiglia di edificare come è suo sacrosanto diritto di cittadino.
In quello che è stato solo un formale passaggio in Consiglio Comunale, secondo quanto prevede la procedura, sono testimoni tutti i miei colleghi consiglieri sia di opposizione che di maggioranza, che da parte mia non è stata spesa neanche una sola parola di interessamento sull’argomento.
Piuttosto pongo una riflessione: si ritiene possibile che un privato cittadino che desidera costruire una casa in cui vivere secondo quanto predisposto dalle norme, debba rinunciare ai suoi diritti perché ha un parente in Consiglio Comunale? Cosa centra in tutto questo la moralità? Di cosa mi si accusa?
Gli atti sono pubblici e a disposizione di tutti.
Credo sia chiaro a tutti che la vile aggressione di Pio Cisternino a danno della mia famiglia e della mia persona ha il solo scopo di occupare il posto che ricopro in Consiglio Comunale, considerando che i tentativi di tale surroga partono da lontano, ancor prima che questo Consiglio Comunale si insediasse, anche «con metodi non “ortodossi” e con frequenti e pesanti pressioni» (contenuto questo espressamente negato dallo stesso Pio Cisternino, n.d.r). E come purtroppo molto spesso accade nella” politica locale”, lì dove non vi sono elementi di fatto, si ricorre al metodo della “fabbrica del fango“, avente specifica caratteristica quale è la denigrazione privata e pubblica fondata sulla menzogna.
Ce ne danno lezione da sempre i veri “registi” della pseudo-politica locale amanti delle strategie studiate a tavolino e che sfoderano armi avvelenate quando realizzano la impossibilità di manipolazione.
Merita chiarezza, la faccenda della presunta incompatibilità del mio ruolo di dirigente ASL con l’incarico consiliare, sulla base del D.Lgs 39/2013.
La nota del direttore della ASL del 21/05/13 che Cisternino cita nel suo post su facebook, non è un invito diretto al sottoscritto a scegliere fra l’incarico dirigenziale e quello elettivo, come sostenuto, bensì una informativa pubblicata sul “portale del dipendente” sull’entrata in vigore del D.Lgs 39/13 il quale, peraltro, non chiarisce la posizione dei dirigenti medici, imponendo richieste di chiarimenti sull’applicazione della norma.
Il segretario comunale, pesantemente incalzato da Cisternino (con inviti scritti e verbali, richieste di intervento al Prefetto ed altro a dimostrazione di quanto il Cisternino è “interessato” ad entrare in Consiglio comunale), nonché sollecitato dal sottoscritto, ha, a suo tempo, inviato richiesta di parere al “Ministero della Funzione Pubblica” e all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) , seguite dalla pubblicazione di una risposta generica da parte della “Civit” su quesiti posti da altri enti, dalla quale si desume che il sottoscritto, non ricoprendo incarichi di vertice all’interno della ASL e dirigendo una struttura semplice collegata ad una struttura complessa, non sarebbe incompatibile con la carica di consigliere comunale che ricopre.
Tuttavia, per maggiore chiarezza, il Segretario Comunale ha richiesto ulteriore nota specifica al Direttore della ASL sulla mia posizione, della cui risposta siamo ancora in attesa e che segnerà definitivamente la questione.
Come si fa, a questo punto, ad affermare, come fa Cisternino, nella sua nota denigratoria, “…vogliamo che nessuno pensi che in questa occasione siamo spinti dall’interesse personale per il subentro in Consiglio Comunale?”. Non può crederci nessuno. L’aggressione è gratuita, meschina e strumentale!
Riguardo alla mia azione politica di consigliere di minoranza, ritengo che una opportuna opposizione non debba coincidere necessariamente con la bagarre, lo scontro “a prescindere”, il teatrino della violenza verbale, ma ad una azione costante e diretta in Consiglio Comunale e nelle commissioni volta ad emendare i provvedimenti considerati lesivi per l’interesse pubblico, a vigilare sui lavori, a denunciare le irregolarità e a bloccare provvedimenti non condivisi con gli strumenti politici che sono prerogativa di chi è chiamato a rappresentare i cittadini. Senza sconti. Chiaramente, se ci si aspetta di vedere sceneggiate napoletane, non si può condividere il mio stile.
Non è mai mancata occasione per denunciare l’operato ed i metodi di questa amministrazione, con la quale ritengo di non avere assolutamente nulla da condividere, per cultura, per sensibilità politica, per metodo, per individuazione delle priorità, e, senza alcun dubbio, tale resterà la mia posizione.
In tutto questo, ciò che sconcerta, è constatare che una qualsiasi mattina, una qualunque persona senza scrupoli si possa alzare e possa decidere, attraverso i nuovi media, di gettare fango su chiunque sia considerato un avversario e che questo possa essere considerato lecito. E ciò sarà verificato nelle opportune sedi.
Se questi sono i metodi dell’azione politica di chi ritiene di proporsi come alternativa all’attuale amministrazione come “paladino della buona politica”, ponendosi come “..una speranza nuova della nostra terra e per i nostri figli ..” siamo sicuri che la nostra cittadinanza possa veramente in futuro sperare di essere legittimamente e correttamente rappresentata?
Questo è senza dubbio l’antico vizietto della classica politica sangiovannese e sicuramente non può che essere considerato moralmente riprovevole!
Molto semplicemente suggerisco ai miei concittadini questa riflessione se vogliono avere un’idea completa dello scenario politico della nostra città.
San Giovanni Rotondo, 15/08/2013
Francesco Bertani
Consigliere Comunale IDV
Michele Gorgoglione
Trovo sconcertante constatare che gli anni passano ma il livello culturale di chi si interessa di polita è sempre scarso. Qualcuno, in generale, dovrebbe iniziare a “servire” questo paese prestando il proprio tempo e (se c’è…) la propria intelligenza a costruire opportunità e condizioni di futuro vivibile per noi e, soprattutto, per i nostri figli o quanti vorranno venire qui ad accrescere in positivo la nostra comunità. Non conosco bene i confini e i focolai di questa polemica, ma una cosa è certa, se il punto di riferimento fosse “il bene comune” certamente ogni attore politico (…e il termine calza a pennello!) ha il dovere di combattere i comportamenti e le azioni non dirette in questa direzione ma senza utilizzare gli strumenti di offesa e denigrazione personale, poiché in presenza di comportamenti lesivi dell’interesse pubblico o a fini privati, sempre con la certezza provata di fatti e dati certi, già esistono appropriate sedi in cui denunciare ogni abuso personale a danni della collettività. Per comprenderne la differenza di mentalità spesso finora errata occorre soprattutto ritornare ad avere per rispetto il ruolo assunto da una persona che ha ricevuto un chiaro mandato popolare, ovvero in definitiva, rispettare ognuno di quei singoli cittadini che, senza giudicarne la bontà, hanno con il loro voto riposto la loro fiducia in tizio o caio. Compito di un buon politico che vuole servire, appunto, la sua “polis” ovvero comunità, deve essere quello di garantire al meglio il perseguimento del bene comune, che è il metro con cui i cittadini, quelli disinteressati ovviamente, giudicheranno nel momento in cui andranno a scegliere, con il proprio voto, i rappresentanti alla gestione della cosa, o meglio “casa pubblica”.
Michele Gorgoglione