“La ragione di una scelta… quando il senso di appartenenza ad un partito stride con il senso di appartenenza ad una comunità”
Durante i 5 anni di esperienza politica, sempre nelle file del PD, prima come consigliere di maggioranza nell’amministrazione Giuliani, in qualità di Presidente del Consiglio, e oggi come consigliere dell’opposizione nell’amministrazione di centrodestra, guidata dal sindaco Pompilio, ho assistito, politicamente parlando, a tanta incoerenza da arrivare a una considerazione “cosa mi sta dando il partito a cui ho dato in tanti anni l’anima?”
Insieme a tanti amici ho condiviso esperienze politiche locali, provinciali, regionali e internazionali mostrando sempre fedeltà al PD, a volte sostenendo anche scelte impopolari e contro corrente, ma anche in questi casi, il gruppo del PD di San Giovanni Rotondo è stato vincente e i numeri e le percentuali ottenuti lo hanno dimostrato.
Purtroppo, al momento del risarcimento morale, il partito spinto da scelte imposte dall’alto o dai comuni limitrofi ci ha presentato sempre un conto salato e deludente.
Allora mi pongo una serie di domande:
- dov’era il PD o chi l’ha preceduto (sotto diverse sigle) quando l’amministrazione Mangiacotti nel 2007 cadeva per mano di franchi tiratori o del fuoco amico?
- dov’era il PD quando l’amministrazione Giuliani cadeva sempre per colpa di consiglieri del PD?
- dov’era il PD quando alcuni consiglieri comunali del PD, quindi della maggioranza, ponevano un atto di sfiducia avverso il presidente del consiglio comunale eletto nelle file del PD?
La verità è che, in tante occasioni, soprattutto elettorali, a mio avviso il PD si è avvicinato a San Giovanni Rotondo solo per trarne enormi vantaggi, vedasi elezioni Regionali, Provinciali, Politiche e “Europee”.
Nelle recenti elezioni Europee, contro ogni logica di appartenenza a un “partito”, non sono mancati, da parte di coloro che oggi mantengono le distanze, accordi trasversali con gruppi politici della maggioranza guidata dal sindaco Pompilio.
Nel consiglio del 15 luglio si è assistito inoltre ad un atto politicamente anomalo.
La rappresentante delle donne della capitanata del PD poneva una richiesta sulla parità dei generi affermando che la giunta nominata dal sindaco Pompilio era abusiva in quanto rappresentata da una sola donna.
Ne protocollava il documento consegnandone una copia al neo eletto consigliere, surrogato al posto del dimissionario consigliere dell’UDC, e un’altra copia al consigliere del gruppo misto, mentre non riferiva del fatto né al sottoscritto capogruppo del PD, né al Consigliere Santoro, né al segretario locale.
Allora mi chiedo: perché su questo episodio di iniziativa personalistica e non condivisa non sono intervenuti né il PD locale rappresentato dal segretario, né i vertici provinciali o regionali?
Gli accadimenti recenti sono tali da non lasciare nessuno indenne e tantomeno me stesso, che sta vivendo una serie di violenze psicologiche, combattuto tra il senso di appartenenza a un partito, a cui si sente con fierezza legato e dall’altro il senso di appartenenza ad una comunità, quella dei tanti cittadini e amici che hanno dato fiducia alla mia persona.
Troppo spesso le varie amministrazioni succedutesi si sono concluse anzitempo per motivazioni personalistiche conflittuali o di interessi, questa volta è prevalso il senso di appartenenza ad una comunità e ai bisogni della stessa.
Forse ho creato un precedente con quest’azione, interrompendo, di fatto, quelle abitudini politiche malsane, che tante volte in passato hanno fatto abortire progetti politici, prima del tempo esclusivamente per fini personali.
Solo questa è la ragione del mio “no” all’interruzione dell’amministrazione di centro destra, né, come avrebbero affermato scellerati, esisterebbero interessi o secondi fini, dal momento che la politica non ha mai dato nulla né a me, né ad alcun membro della mia famiglia.
Tantomeno ho avuto o avrò nulla a che vedere in termini ideologici e politici con questa amministrazione, ribadisco il mio ruolo di oppositore al sindaco Pompilio e ribadisco la mia appartenenza ai valori e ai principi di una forza riformista e progressista.
Mai, attraverso il partito, ho chiesto ruoli dirigenziali, assunzioni familiari, mai ho svilito e svenduto la dignità umana per garantire interessi personali.
Purtroppo la mia scelta è difficile e complessa e non gradita al PD che ne mantiene le distanze.
Sono fiero di appartenere a un paese che troppo spesso, a causa delle lotte politiche fratricide, non è stato in grado di ottenere riscontri politici importanti a livello provinciale, regionale, nazionale, pur avendone le possibilità.
Decido prima come cittadino e poi come rappresentante politico e se la mia scelta non sarà fruttuosa o compresa prima ancora da chi mi ha sostenuto, senza distorsioni di alcun genere, non esiterò a dimettermi acclarando di aver fallito prima come uomo e poi come politico.
San Giovanni Rotondo, 17/07/2014
Il Capogruppo Consigliare del PD
Giuseppe Mangiacotti
alex marcucci
Signor Mangiacotti…ognuno di noi nella vita fa cose buone ed altre sbagliate….molte volte ho condiviso le sue scelte…e altre volte no…….questa volta perö devo ammettere che ha fatto un grande gesto verso la città, che viene continuamente violentata dalla politica degli interessi …..ma non della comunità….ha avuto molto coraggio a mettersi anche contro il suo partito…ed ha fatto benissimo…..ogni politico dovrebbe sempre anteporre il bene della comunità a quello del partito….
alex marcucci
tonino
RIPRENDIAMOCI QUESTA CITTA la politica dei SANGIOVANNESI deve avere il bene della nostra terra, fuori i capoccioni politici; i consiglieri locali tirassero fuori gli attributi……
…antonio merla