La riflessione di Gaetano Cusenza
L’Associazione Amici della Storia e della Geografia di Capitanata, ha organizzato in prossimità del Natale, la presentazione del libro dal titolo: “ La San Giovanni Rotondo di Padre Pio nel XXI secolo …. e se andasse via?” scritto dall’arch. Matteo Pio Pazienza, nato a San Giovanni Rotondo e residente da molti anni a Foggia. Sono intervenuti lo stesso Pazienza, l’avv. Clima Felice Presidente dell’associazione A.L.A., Angelo De Luca giornalista e Gaetano Cusenza consigliere provinciale.
L’arch. Pazienza con puntualità propone, in questo libro, San Giovanni Rotondo come emblema di uno sviluppo urbanistico caotico e mal programmato, che rappresenta una riflessione critica sulla dicotomia tra l’area urbana di S. Giovanni ed il resto del territorio garganico.
Di seguito l’intervento di Gaetano Cusenza:
“Il libro dell’arch. Pazienza, inizia con una riflessione critica sul contrasto tra l’area urbana di San Giovanni Rotondo all’inizio del 1900 e quella che si presenta oggi, il tutto nell’intero paesaggio del Gargano. Scrive il Pazienza: <chi giunge oggigiorno a San Giovanni Rotondo rimane sgomento per ciò che in pochi anni è stato realizzato; il pellegrino che sale oggi sulla Montagna Sacra, segue l’immutato percorso tortuoso attraverso un territorio roccioso e rupestre, lo stesso che Padre Pio ha percorso il 28 luglio 1916, ma come arriva in Città, vede d’improvviso profilarsi all’orizzonte un paesaggio più consono ad economie turistiche consumistiche anziché ispirato al raccoglimento, alla pace e alla serenità>. Mi piace, a tal proposito, riportare qui la bellissima descrizione di Gennaro Preziuso, nel suo libro “Padre Pio – Un Martire”: <Quando Padre Pio giunse per la prima volta a S. Giovanni, il convento si trovava accovacciato su un’irta collina e lo si raggiungeva arrampicandosi lungo una mulattiera polverosa. Questo luogo solitario favoriva il raccoglimento, la preghiera, la meditazione e piacque subito a Padre Pio, il quale iniziò a gustare una pace dolcissima ed a trarre un grande sollievo per il suo fisico assai provato>.
Padre Pio arrivò sul Gargano nel 1916, ma già da qualche tempo, segni provvidenziali, annunciavano il suo arrivo. Racconta don Giovanni Ercolino, parroco di San Giovanni R., che nel 1909 Padre Pio era a Morcone e sentì parlare male di S. Giovanni R., allora intervenne severamente e disse:< non parlate male di quel Paesino, perché li ci andrò io>. Sei anni prima disse: <lì ci andrò io>.
Altrettanto significativo è la visione che ebbe Lucietta Fiorentino, la quale racconta che nella chiesa di San Giacomo, Gesù le rivelò che di li a poco sarebbe arrivato Padre Pio. Chiari segni profetici.
Tra Padre Pio e i Sangiovannesi nacque subito un rapporto di stima e affetto filiale. Le donne per incontrarlo percorrevano a piedi quella stradina in salita sterrata e ciottolosa che portava al convento; di inverno, al freddo, erano avvolti negli scialli neri di lana pesante, a segnare un lutto o un dolore, certi di trovare Padre Pio pronto ad ascoltarli, a benedirli e a pregare per loro.
Lo stigmatizzato capì subito le sofferenze, le povertà e le miserie di questo popolo, tanto da voler aprire già nel 1923, nel cuore del Paese, un Ospedale dedicato a San Francesco. Era il preludio al nuovo, grande ed eccellente Ospedale,la Casa Sollievo della Sofferenza, che vide l’inizio dei lavori nel 1947 e l’apertura il 5 maggio 1956.
Padre Pio non si limitò solo all’Ospedale, ma pensò e “architettò” tantissime opere: così si realizzò la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, aiutò l’Istituto dei Terziari Cappuccini, incoraggiò l’Istituto delle suore Immacolatine e l’Istituto delle suore Cappuccine di Sant’Antonio, suggerì il Centro di Spiritualità “Padre Pio”, volle convintamente i Centri di Riabilitazione per disabili e tante, tante altre opere.
Fu un vero e grande Architetto.
Nulla è nato a San Giovanni Rotondo senza il volere di Padre Pio.
E sul piano urbanistico? Come si è sviluppata la Città Garganica?
Dopo la morte del Santo si è avuto uno sviluppo urbanistico veloce, improvvisato e a volte, per fino oltre le regole. E’ importante, però apprezzare lo sforzo che l’Amministrazione Comunale fece nel 1969, approvando il Piano Regolatore Generale dell’Ing. Ulivieri, sforzo che purtroppo ben presto fu disatteso.
Quali le ragioni? Per interesse? Per affari? Per il gusto di rovinare il territorio?
Non penso a nulla di tutto questo.
Penso che la nostra Città, contrariamente ad altre, subì un fenomeno di urbanizzazione unico per varie ragioni. In quegli anni tantissimi sangiovannesi, che negli anni 50’ e 60’ erano emigrati a Torino o a Milano, in Germania o in Francia, avendo messo da parte un po’ di soldi, decisero di ritornare nella Città di origine, acquistare un suolo, magari a poco prezzo, e realizzare finalmente il loro grande sogno: la casa.
Inoltre, l’economia che fino ad allora,si basava esclusivamente sull’attività agro-pastorale, subì, grazie all’Ospedale, una grande e migliore trasformazione. I Sangiovannesi iniziarono a puntare su le professioni socio-sanitarie. Inizia l’era del posto fisso.
Infine, a tutto questo, si aggiunsero le tantissime richieste dei figli spirituali di Padre Pio, che scelsero di vivere nella Città del Padre. Così passammo dai diecimila residenti negli anni 30’ e 40’, agli attuali trentamila circa, senza contare i domiciliati.
Tutto questo ebbe come conseguenza inevitabile l’edificazione di nuove case. Così il Piano Ulivieri che aveva una sua programmazione, già nella metà degli anni 70’, subì un incredibile stravolgimento. Stessa sorte toccò anche al successivo Piano Regolatore Generale, redatto dall’ing. Dal Sasso, quando nel 2000, in occasione del Giubileo, il territorio urbanistico subì un ulteriore e sostanziale modifica, che a causa di una previsione urbanistica inesatta, vide la realizzazione di cento nuovi Alberghi.
E’ vero, San Giovanni Rotondo aveva bisogno di ulteriori strutture ricettive, in quanto l’offerta turistica era molto inferiore alla domanda, ma purtroppo si andò oltre la programmazione e la situazione urbanistica ottenne un’ ulteriore complicazione .
San Giovanni Rotondo ha avuto uno sviluppo urbanistico particolarmente veloce, ma comunque è stato uno sviluppo legato alla figura di Padre Pio. Strutture religiose, sanitarie, sociali, ricettive, tutto è nato per San Pio.
Ma Padre Pio, come dice l’arch. Pazienza, se avesse visto questo scempio sarebbe andato via?
Padre Pio non sarebbe mai andato via da San Giovanni Rotondo, perché la sua presenza nella nostra Città è sicuramente volontà di Dio”.