L’opinione di Antonio Cafaro, medico chirurgo presso la Casa Sollievo della Sofferenza
“I principi” sono l’espressione più nobile del pensiero dell’uomo. Sintesi di cultura, etica, morale e religione; i principi, inseriti in leggi e ordinamenti, identificano il livello di civiltà della società, mentre la percentuale di aderenti e di osservanti tali principi qualifica ed esprime il grado di civiltà di un popolo, di una nazione.
I principi costituzionali dello stato italiano giustificano e danno valore ai diritti che da essi derivano.
L’attuazione pratica dei diritti fondati sui principi è regolata e governata dai sistemi.
Il sistema sanitario nazionale è organizzato per mettere in pratica il diritto alla salute, tale diritto, sancito dalla parte I Titolo II articolo 32 della Costituzione Italiana, poggia la sua validità sui principi costituzionali espressi negli articoli 2, 3 e 4.
Se i principi conservano il valore etico del pensiero, i sistemi risentono dei limiti economici e cognitivi delle esigenze pratiche di ogni cittadino sia in fase di ideazione del sistema stesso che di sua attuazione, nonché delle fragilità umane di chi governa e dirige il sistema o lavora all’interno del sistema.
La salvaguardia o ripristino dello stato di salute di un cittadino nelle sue diverse età richiede un sistema ultracomplesso, se inseriamo nel sistema altre variabili. come: i continui cambiamenti socio economici e ambientali, il prolungamento della vita media, oltre alla richiesta dei cittadini di un “performance status” adeguato alle sollecitazioni socio-ambientali; il sistema diventa cibernetico, ovvero un sistema che deve modificarsi continuamente in rapporto alla domanda: prevenzione e conservazione dello stato di salute; e dell’offerta: variabilità delle risorse economiche messe a disposizione dallo stato in rapporto a momenti di crescita o di recessione, e cambiamenti legati al progresso tecno-scientifico.
Il primo seminario di formazione politica e civile della commissione sanità del P.D. di San Giovanni Rotondo ha avuto come argomento “Gli scenari attuali della sanità in Italia”.
Il consigliere della Regione Puglia Dino Marino ha posto l’accento sulla necessità del sistema di variare in ragione del prolungamento della vita media e di adeguarsi alla modifica del rapporto tra malattie acute e croniche con la conseguente necessità di spostare risorse economiche e sistema verso queste ultime poiché stanno diventando prevalenti.
L’On. Gero Grassi ha detto che in questo periodo di crisi economica sarebbe opportuno ridistribuire le risorse delle Stato, ovvero impegnare risorse dal ministero delle difesa per garantire il diritto alla salute.
L’On. Beppe Fioroni, dopo aver precisato che il sistema sanitario nazionale italiano è un sistema di eccellenza perché si pone al sesto posto tra tutti i sistemi sanitari nel mondo, ha proposto che in questo momento di ristrettezze economiche si potrebbe pensare ad una forma di integrazione individuale affinché gli utenti possano compartecipare per garantirsi i livelli di assistenza necessari.
I lavori sono iniziati più tardi del previsto per cui il seminario si è chiuso senza contraddittorio e/o interventi dal pubblico.
Il fabbisogno economico del sistema sanitario per conservare lo stato di salute dei cittadini può essere quantificato sulla spesa sanitaria degli anni scorsi senza che questa venga epurata dell’uso improprio e degli sprechi in essa contenuti?
Il sesto posto della sanità italiana è mantenuto da poche strutture di eccellenza che emergono sulle restanti strutture sparse su tutto il territorio.
Il prolungamento della vita media non è di per se causa di aumento della spesa sanitaria, un soggetto sano può raggiungere e superare l’età media senza malattie.
Il fabbisogno sanitario aumenta e continuerà ad aumentare perché la medicina è sempre più in grado di trasformare le malattie acute in croniche e prolungare la cronicità delle stesse. In altri termini mantenere più a lungo in vita i malati.
Da qui la necessità di un controllo centrale-politico dei costi dei farmaci e presidi sanitari, controbilanciato da un uso etico delle risorse da parte degli operatori sanitari e degli utenti.
Sarebbe proponibile:
1) individuare centri di eccellenza a cui affidare studi di HTA (Health Technology Assessment) per validare costi benefici dell’innovazione tecno-scientifica riducendo gli sprechi legati a incerti progressi scientifici e, se necessario per ragioni economiche, finanziare i centri prescelti per questi studi con risorse aggiuntive o di altri ministeri.
2) verificare l’uso etico delle risorse con controlli di qualità all’interno delle regole del sistema: la sfida individuale di ogni operatore deve essere: conservare professionalità ed eccellenza movendosi all’interno delle regole del sistema, tenendo continuamente sotto controllo la centralità del paziente a cui offrirà il massimo con le risorse economiche disponibili. In qualche modo essere amministratori delle risorse economiche del paziente e sindacalisti del paziente avverso l’industria farmaceutica e le industrie che forniscono presidi e tecnologia medica.
Il seminario a mio parere è servito a confermare che San Giovanni Rotondo ha la piena dignità per proporsi come punto di riferimento per convegni e gruppi di studio sull’argomento.
Mi auguro che si possa proseguire su questa strada.