“Se noi ogni giorno avessimo…”
È il caso di dire che siamo imitatori nati. Esiste un forte legame nella storia politica della nostra città tra ciò che siamo e ciò che facciamo.
Basta guardarsi intorno, in giro per la città e ci si rende conto che siamo ciò che facciamo, pensiamo e votiamo.
Si tende a pensare che la propria generazione sia migliore di quelle che ci hanno preceduto. Poi c’è chi pensa che la soluzione di tutti i mali siano i giovani, dimenticando che la risposta è nel nostro passato e forse nei nostri geni.
Da troppo tempo abbondano esempi “effetto camaleonte” i quali, con i soliti “tic” caratterizzano la politica locale, tentando di amministrare una città.
E in questo quadro che andrebbe ritrovato anche il desiderio di un cambiamento più arduo: la trasformazione della mentalità del cittadino. La questione è che di questo obiettivo di cambiamento civile, seppur centrale in tutte le grandi utopie, nemmeno più se ne parla.
Subiamo inconsapevolmente scelte e decisioni che vengono calate a nostra insaputa senza una precisa spiegazione, con puntuali generalizzazioni che dicono tutto e niente. Anzi, se qualcuno si azzarda a chiedere spiegazioni, viene messo a tacere come fosse un balordo.
In tutta questa storia c’è una domanda da non tralasciare: se noi ogni giorno avessimo detto la nostra, se avessimo votato liberi dal clientelismo politico, se avessimo esplicato il nostro pensiero, ogni volta che lo ritenevamo necessario, ci saremmo ritrovati oggi in questa situazione?
Berto Dragano