L’opinione di Legambiente
Attendiamo, con necessaria attenzione, l’avvio della raccolta porta a tutto il centro abitato di San Giovanni Rotondo. Intanto dobbiamo constatare come la percentuale di raccolta differenziata sia in totale stallo: non raggiunge l’obiettivo minimo (e insufficiente) del 35%. Per questa ragione i Sangiovannesi, come i cittadini di altri comuni che non hanno raggiunto neppure questi risultati così scarsi, devono pagare la penale prevista dalla legge regionale. In Puglia la raccolta differenziata è fissata alla percentuale del 65%; questa la penalizzazione è scattata dopo anni di inutili e inascoltati preavvisi.
In questi mesi abbiamo sollecitato l’opinione pubblica e l’Amministrazione comunale sul tema rifiuti, con la nostra proposta “Rifiuti Zero a chilometro zero” e le campagne di “Puliamo il Mondo”. In tutti questi anni come Legambiente abbiamo chiesto vanamente lumi; da sempre la nostra associazione ha offerto collaborazione all’attuale Amministrazione come alle precedenti.
Non decolla ed è colpa dal capitolato d’appalto? Non è possibile rivederlo per migliorarlo?
I cittadini hanno dimostrato in questi anni una buona capacità di rispondere alla gestione del porta a porta; si possono conseguire senza problemi percentuali di raccolta differenziata notevoli. Per questo non vogliamo e non dobbiamo assolutamente rassegnarci alla logica delle ecomafie, rimpinguando le discariche; non vogliamo vedere la nostra città sempre più sporca pagando una tassa dei rifiuti sempre più cara.
Allora? Prevenire è meglio che curare: progettare un sistema di raccolta,e di gestione, più economico della frazione umida.
1. Studiare bene la convenienza del porta a porta (dove è realmente vantaggioso e dove no). Progettare isole ecologiche distribuite sul territorio, in funzione della densità abitativa (della
concentrazione o meno di abitanti), e delle aree disponibili per l’ubicazione dei contenitori (con un arredo adeguato).
2. Ridurre i volumi e quindi i costi di trasporto, per il conferimento dell’umido nelle aree di
compostaggio, dotando l’area del nuovo depuratore di silos digestori per una prima trasformazione dell’organico.
Infine, rivedere il metodo di calcolo della Tarsu. Non è assolutamente equo pagarla in funzione dei metri quadri degli alloggi e delle attività produttive. Banalizziamo il concetto: chi produce rifiuti per 1000 coperti non può certo pagare i rifiuti conferiti come chi ha servito 100 coperti, anche se il suo locale sviluppa più metri quadri.
Riproponiamo la formula iniziale del Decreto Ronchi, ovvero calcolare il sistema di tassa tariffa in base al peso dei rifiuti prodotti e non sulla base del parametro delle superfici. Usando il peso come parametro si incentiva lo sforzo a differenziare e a ridurre la produzione di rifiuti.
Legambiente Circolo “Lo Sperone”
San Giovanni Rotondo