Il docu-film di ironica verità che tutti dovrebbero vedere indipendente dal proprio credo politico
Una stanza in penombra, un prete, una commissione composta da tre docenti. Di fronte a loro, visibilmente emozionato, uno studente un po’ attempato che sostiene un esame di teologia.
Niente di eccezionale, se non fosse che l’uomo in questione è Gaspare Spatuzza, il pentito, affiliato a Cosa Nostra, autoaccusatosi di 40 omicidi compiuti nei primi anni ’90.
Inizia così “La trattativa”, film-documentario di Sabina Guzzanti presentato ieri sera al Cinema Palladino di San Giovanni Rotondo e seguito da un incontro-dibattito a cui ha partecipato l’attrice e regista.
Sabina Guzzanti racconta una serie di fatti supportati da schede, video, testimonianze, stralci di telegiornali dell’epoca e atti processuali: l’omicidio di Salvo Lima, la strage di Capaci, l’omicidio di Paolo Borsellino, le bombe a Roma, Firenze e Milano, l’attentato fallito, allo stadio Olimpico di Roma nel 1994, anno in cui, improvvisamente le stragi si interrompono.
La Guzzanti punta i riflettori su una triste e contorta vicenda tutta italiana e quando le chiediamo quanto coraggio ha avuto nel raccogliere le delicate testimonianza, ci risponde che il sentimento di paura lo affronta pensando che questo è il suo lavoro.
“Siamo un gruppo di lavoratori dello spettacolo e abbiamo deciso di mettere in scena i fatti finora noti sulla trattativa Stato – mafia”, annuncia la Guzzanti.
Sabina Guzzanti utilizza la potenza espressiva della rappresentazione teatrale facendo interpretare i fatti agli attori e dosando con parsimonia i filmati originali che irrompono sulla scena riportando lo spettatore nella realtà e ricordandogli brutalmente che si sta raccontando un fatto realmente accaduto che coinvolge tutti gli italiani, nessuno escluso.
Le immagini scorrono sullo schermo impietose, i pentiti raccontano, sono un fiume in piena. Parlano i carabinieri, parlano i magistrati, parlano i video originali di quegli anni, parlano gli occhi di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, parlano e tolgono il fiato le immagini dei loro funerali.
L’esplosione emotiva dello spettatore si evita puntando sull’arma che la Guzzanti meglio conosce e utilizza: l’ironia.
Il film si termina con un accenno ad un atto di vigliaccheria che ha procurato una ferita che tuttora brucia sulla pelle di molti: l’omicidio di Don Pino Puglisi.
Gaspare Spatuzza, esecutore di quel vile gesto, si commuove ricordando il sorriso impresso sul volto del prete mentre moriva: “…Quando gli abbiamo sparato lui sorrideva… il sangue si allargava e lui sorrideva…”.
Si riaccendono le luci in sala, la proiezione è finita.
“La Trattativa”, un film evento consigliato dal Meet Up 5 Stelle di San Giovanni Rotondo, che dovrebbe essere proiettato nelle scuole e non solo delle sale cinematografiche. Una proiezione che tutti dovrebbero vedere indipendente dal proprio credo politico.
Berto Dragano