Minato il sistema democratico italiano
Il 12 ottobre si sono svolte le “elezioni” più ridicole e grottesche della storia d’Italia: quelle dei consiglieri e dei presidenti delle nuove province, i quali non saranno più eletti democraticamente dai cittadini, bensì nominati dai sindaci e dai consiglieri comunali.
Eliminazione delle provincie dunque? NO, eliminazione del diritto di voto ai cittadini di poter scegliere i propri rappresentanti, come sancito dalla costituzione.
La legge 56/2014, nota come decreto Del Rio, oggi ministro del governo” Renzi -Berlusconi”, cavalcando l’onda dell’antipolitica con la tanto sbandierata riduzione dei costi della politica permetterà, sia al centrodestra che al centrosinistra di spartirsi le poltrone dei consigli provinciali, ma la cosa più grave sarà che questi individui, mai legittimati da un voto popolare, prenderanno delle scelte sul futuro di un territorio nelle sedi di partito secondo una logica spartitoria.
È la stessa operazione che il governo “Renzi-Berlusconi” sta portando avanti per il Senato: non un’abolizione quindi, ma un’elezione sottratta al voto popolare e consegnata alla casta.
Se il problema fosse realmente il costo della politica, avrebbero dovuto piuttosto mettere mano a tutti quegli enti inutili dove spesso si collocano “amici” e clientele elettorali, e togliere privilegi a dirigenti e manager super pagati.
Una presa per i “fondelli”! Va in scena l’ennesima FARSA.
Aveva ragione il compagno Marx ad affermare che “ La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. APPUNTO!
Circolo “Luigi Pinto”, San Giovanni Rotondo