Grande partecipazione al convegno organizzato dal Lions Club di San Marco in Lamis
La Via Francigena è un percorso devozionale? Culturale? Turistico? Ma soprattutto qual è la Via Francigena? Di questo si è parlato durante il convegno “Pellegrini e percorsi sacri lungo il Gargano meridionale”, svoltosi Lunedì 18 giugno nell’auditorium del convento di San Matteo Apostolo a San Marco in Lamis.
Hanno preso parte al dibattito, in rappresentanza dei rispettivi comuni, Antonio Carriera, Vice sindaco di San Giovanni Rotondo e Raffaele Fino, vice sindaco di San Marco in Lamis. Dopo l’introduzione del dott. Antonio La Sala, presidente del Lions Club di San Marco in Lamis è toccato al giornalista Maurizio Tardio e Padre Mario Villani, custode della biblioteca di S.Matteo, aprire la discussione che ha visto tra i relatori il prof. Saverio Russo, docente Storia moderna Università di Foggia; il giornalista Fabrizio Vanni, redattore della Rivista del Centro Studi Romei; il prof. Renato Stopani, esperto del Centro Studi Romei.
“La nostra civiltà – ha esordito Padre Mario Villani – ha avuto origine dai pellegrinaggi. Attorno ai santuari poi si sono sviluppate le nostre città. Negli ultimi tempi ci sono state tante proposte, condizionate talvolta da altre prospettive anche di natura non strettamente religiosa”, con chiaro riferimento alle polemiche intercorse negli ultimi giorni tra Tardio e l’Assessore regionale al Turismo Silvia Godelli. Lo stesso Tardio ha sottolineato l’importanza di fare sistema tra le comunità che si trovano lungo il tratto garganico della Via Francigena: “Il nostro intento non è contestare ma partecipare allo sviluppo di percorsi sacri che hanno un unico soggetto: il Gargano” ha sottolineato Tardio.
Il prof. Russo ha parlato invece di “forme di mobilità che nel tempo sono diventate anche devozionali” riferendosi al culto di San Nicola a Bari. Il docente ha proposto una cosa semplice e concreta, primo passo verso la rivalutazione del percorso: mettere in sicurezza il tratto, evitando inutili speculazioni e sprechi di danaro da parte delle amministrazioni pubbliche.
Fabrizio Vanni ha relazionato sul legame tra Aquileia e San Michele Arcangelo, ovvero i due punti di attrazione del pellegrinaggio orientale nell’alto medioevo. La città friulana era metà di pellegrinaggio dei popoli balcanici che si recavano per il culto alla reliquia di San Marco. San Michele invece costituiva il naturale approdo di quanti percorrevano le vie marittime. La costa pugliese era quindi una tappa obbligata per i bizantini che si recavano a Roma.
Approfondita l’analisi del professor Stopani: “Le vie di comunicazione sono nate con il naturale intento di unire i paesi e le città. La via Francigena nasce sotto la spinta del fattore spirituale in quanto il pellegrinaggio imponeva in qualche modo l’individuazione di un percorso.
Percorsi che cambiano con il passare dei secoli, è naturale ed inevitabile che non ci sia un percorso univoco. Tante vie sono scomparse perché nei secoli è cambiata la geografia dei pellegrinaggi. Oggi noi riscopriamo antichi tratti di queste vie, come il tratto garganico che oggi ci sta tanto a cuore. Dobbiamo lavorare per rendere vivo ciò che è stato e per restituire a questo tratto il ruolo centrale nella mappa dei cammini della fede”.
Come sempre arguta e piena di spunti interessanti la relazione di Padre Mario Villani il quale ha ribadito l’unicità della geografia religiosa sulla Montagna Sacra, con la sua fitta rete di santuari e percorsi: “Il nostro territorio da sempre ha visto intrecciarsi tra loro i percorsi della transumanza con quelli devozionali tanto da costituire un unicum spirituale e culturale. Oggi più di ieri il Gargano si identifica con i suoi santuari. Se nei secoli passati il fenomeno dei pellegrinaggi aveva come punto centrale il culto di S.Michele Arcangelo oggi il punto focale si è spostato su San Giovanni Rotondo e il culto di San Pio. Oggi assistiamo quindi ad una reciproca integrazione tra la moderna devozione a Padre Pio e i santuari storici del Gargano, uniti in perfetta simbiosi. Antico e moderno si fondono e ribadiscono la centralità del ruolo del pellegrino. Tante persone negli ultimi anni stanno riscoprendo la vera dimensione del pellegrinaggio, inteso come cammino spirituale e non come gita turistica”.
alv