Quando chi amministra perde di vista il suo ruolo pubblico…
Amministrare la cosa pubblica è una cosa seria, per persone serie ancor prima che più o meno preparate all’opera.
Alla serietà, tra le innumerevoli accezioni di significato e sfumature di senso che ciascuno può dare, di certo non può essere ascritta la negligenza. Volendo fare uno sforzo e spostare il focus di valutazione dell’operato di un Amministratore dal soggettivo all’oggettivo si può anche arrivare a tentare di comprenderne valutazioni soggettive, ma la negligenza è oggettiva e no, non può e non deve passare.
E quindi non può passare una foto della ViceSindaco Canistro ai fornelli di un ristorante con indosso un grembiule del Duce. Un Amministratore Pubblico soprattutto con mandato popolare non può esibire un simbolo in contrasto con la Costituzione cui ha giurato servizio.
Perché, sgombrando il campo dalla partita che vede la questua revisionista dei nostalgici contro l’intransigenza antifascista che rischia, come al solito, di distogliere l’attenzione dal focus del problema, qui la questione è meramente tecnico/etica: come può un Amministratore violare così spudoratamente la principale Carta di valori e leggi su cui è fondata la nostra società prima che Stato? Può un Amministratore macchiarsi di un reato contro la Costituzione (Apologia di fascismo) a cui ha giurato fedeltà e servizio?
Visto il suo trascorso storico a sinistra, tra Verdi e liste Arcobaleno, vorremmo escludere la premeditazione propendendo, come si diceva, verso una negligenza, una superficialità.
La negligenza non è ascrivibile all’Attività Amministrativa, è antitesi della stessa. Qualcuno dovrebbe prendere atto dignitosamente.
È brutto leggere che espressioni politiche locali forse ignorano la storia del fascismo e la legge italiana. Facebook ospita una galassia di pagine nere, affollate da migliaia di messaggi ogni giorno.
Bacheche che grondano odio, xenofobia e antisemitismo. E inoltrare una segnalazione al social, spesso, non serve: “La pagina non viola la nostra policy”, è la risposta.
Una legge del 1952, meglio nota come Legge Scelba sanziona chiunque costituisca un’associazione, un movimento o un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, o chiunque pubblicamente esalti esponenti, fatti o metodi del fascismo.
Si chiama tecnicamente “apologia”, e consiste nell’esaltare o difendere pubblicamente un’azione riconosciuta reato dalla legge della nazione in cui si vive.
E’ un reato denunciabile che prevede l’arresto. (dai 18 mesi fino ai 4 anni), e oltre alla pena detentiva è prevista l’interdizione dai pubblici uffici. Indossare abiti ritraenti l’immagine del Duce, in Italia è reato.
Senza se e senza ma.
Non si può evitare di essere dei nostalgici o dei sostenitori, ma non si può manifestarlo pubblicamente.
Tutto precipita quando “l’ignoranza storica” diventa un valore.
Anche l’ANPI non ha tardato ad esprimere il suo aspro commento con il seguente comunicato:
“In queste ore, nei vari social network, gira una imbarazzante foto che ritrae il vice sindaco di San Giovanni Rotondo, Nunzia Canistro, che indossa un grembiule da cucina con l’effige di Benito Mussolini, nello stesso è riportata la data di nascita del Duce e la data di morte con il sottotitolo “statista”.
Riteniamo questo episodio grave e chiediamo che non passi come se si trattasse di un banale episodio privo di significato. Al contrario, costituisce il sintomo di una malattia sociale che ci coinvolge e ci impegna tutti e che si chiama ignoranza, perdita della memoria e della identità.
Nunzia Canistro è il vice sindaco della città voluta direttamente dal sindaco di San Giovanni Rotondo Costanzo Cascavilla, rappresenta le istituzioni e tutti i cittadini. Ci chiediamo quale esempio possa dare dopo questo episodio? Ci chiediamo se possa ancora ricoprire una funzione importante a Palazzo San Francesco.
Chi inneggia al Duce si riferisce a valori che negano la libertà e la democrazia nata dalla Resistenza e dalla Liberazione del fascismo. Chiediamo le dimissioni del vice sindaco “nostalgica”, perché incompatibile con l’esercizio di un ruolo istituzionale.
L’ANPI in tutti questi anni ha sempre ribadito, in ogni occasione, la fondamentale importanza che ha il rispetto delle nostre Istituzioni che possono esistere semplicemente perché una parte degli Italiani rese possibile la riconquista della libertà e della democrazia”.