Il vento di rinnovamento che non soffia
E’ il momento forse più difficoltoso e drammatico per l’amministrazione comunale guidata da diessino Salvatore Mangiacotti. In coincidenza con la fuoriuscita dalla maggioranza da parte di Rifondazione Comunista, la voce dei Verdi, estromessi anch’essi nello scorso mese di agosto dalla giunta comunale, e dei partiti e movimenti dell’opposizione si sta facendo sentire in maniera forte e determinata. Da parte di questi ultimi, segnali forti di avvicinamento fra tutte le forze lasciano intendere che forse dopo oltre un anno e mezzo passato a vivacchiare sia giunto il momento di farsi parte veramente più attiva nell’interesse della città. In effetti un po’ tutti gli esponenti della opposizione hanno ammesso di aver voluto evitare fino ad ora attività ostruzionistiche verso l’amministrazione di centro-sinistra alla guida della città, lasciando trascorrere, come alcuni lo hanno definito, un «anno sabbatico» per permettere al gruppo di governo di entrare a «piene mani» nei problemi, necessità e, se vogliamo, anche potenzialità della città.
«Questa città ed i suoi abitanti meritano ben altro» è stato, come accennato, il grido dei Verdi, duri nel dichiarare che il partito del sindaco (DS) e i «grandi ideatori di stratagemmi» adesso devono convincere i loro elettori della bontà del rimpasto d’agosto e, ancora di più, che tale rimpasto non nasconda altro.
«In realtà – ha dichiarato il presidente Ennio Campanile – sono rimasti vittime di se stessi e della strategia antidemocratica attuata nei confronti di Rifondazione e Verdi».
Luigi Pompilio, esponente del movimento «Amo San Giovanni», nei giorni scorsi aveva iniziato, quello che si potrebbe definire l’«attacco» al sindaco in primis e poi alla sua giunta. Un attacco diretto che, attraverso un comunicato, ha ricostruito e messo alla luce, a parere del movimento, tutte le inadempienze, le vane promesse e le inattività dell’attuale governo della città.
«Utilizzando come arma vincente – ha sostenuto Pompilio – la moralità ed il rinnovamento della classe politica, soprattutto prendendo le distanze dai poteri forti del partito dei DS che avevano avuto dirette responsabilità nello scempio urbanistico del paese durante la gestione del Giubileo, Mangiacotti si guadagnò la fama del rinnovatore e diede l’impressione di possedere capacità morali tali da poter davvero contribuire alla svolta in positivo della politica amministrativa del nostro Paese».
Tutto ciò, ha evidenziato Pompilio, non è avvenuto essendo entrati in giunta uomini che in campagna elettorale ed anche dopo erano stati espressamente esclusi da eventuali cariche assessorili ma soprattutto perché di quel rinnovamento ripetuto fino alla noia nella «lontana» primavera del 2005 oggi non vi è traccia.
Dello stesso tenore, se non più forti, i contenuti espressi dall’ex sindaco Antonio Squarcella in consiglio comunale. Ed ancora, dai consiglieri comunali ex candidati sindaci, Matteo Impagliatelli e Franco Canistro, nel corso di un affollato pubblico comizio dei giorni scorsi è venuta fuori l’espressa richiesta al sindaco ed alla sua amministrazione di rimettersi al giudizio dei cittadini. «La latitanza degli ultimi mesi – è stato il commento dei due consiglieri – degli amministratori cittadini è il segnale che non si è in grado di governare la città; che la coalizione di centro-sinistra compia un atto di coraggio e di dignità, si dimetta e si rimetta in discussione».
g.p.