“…e quindi, mo’ com rumanim?”
Continua la stasi amministrativa e politica per il Sindaco Cascavilla. Nei fatti, come noto ormai da tempo, dopo i passaggi in opposizione di Cusenza prima, e quelli di Antonio Pio Cappucci e Daniela Di Cosmo dopo, il primo cittadino non ha i numeri in consiglio e quindi la forza per amministrare la città.
È proprio la posizione ambigua di Cusenza a ricoprire indubbiamente il ruolo di protagonista della discussione politica. Dei 9 consiglieri di opposizione Cusenza è l’unico a non voler firmare le contestuali dimissioni dell’opposizione (solo numerica) che determinerebbero la fine dell’Amministrazione Cascavilla. Una posizione che sta scatenando un acceso dibattito sulle motivazioni alla base di questa scelta e che colloca Cusenza in una situazione di certificata ambiguità politica.
Proprio ieri, in un post sul profilo Facebook, Cusenza ha provato a fare chiarezza circa le motivazioni che lo spingono a non apporre la sua firma sul documento di contestuale dimissione con gli altri 8 consiglieri di minoranza. La sua difesa, che parte dalla constatazione “che il progetto Cascavilla è fallito”, ruota essenzialmente su due punti cardine.
Il primo è che non si sarebbe avviato e definito, con i colleghi dell’opposizione in consiglio comunale, un’alternativa politica o comunque un progetto politico comune con un candidato ed un programma.
Il secondo è che con le elezioni provinciali, sciogliendo il Consiglio Comunale, la città non potrebbe esprimere i propri candidati alla Provincia (Cusenza è consigliere provinciale uscente) rischiando di non essere, quindi, rappresentata.
Chiude il post dichiarando che la sua azione sarebbe orientata al bene per la città e non a mire politiche personali, lasciando nel lettore, in questo navigare a vista, dubbi e perplessità da fargli pensare“…e quindi, mo’ com rumanim?”
Una difesa, per noi, che non resiste alle implicazioni e deduzioni logiche che ne conseguono.
In riferimento al primo punto della sua difesa, ci chiediamo, se il progetto Cascavilla è fallito e non ha numeri perché non apporre la parola fine, visto che un Sindaco senza maggioranza non può determinare nulla? Anche perché, dalla posizione di minoranza non sarebbe coerente sostenere progetti amministrativi che vadano al di là della mera ordinaria amministrazione.
Quantomeno originale e meramente pregiudiziale, appare l’idea del progetto alternativo da concordare in consiglio comunale tra le opposizioni: da che mondo è mondo i progetti futuribili vanno costruiti fuori dall’Assise, anche perché l’opposizione è composta da diversi progetti e coalizioni che hanno perso le scorse elezioni su mandato e programmi diversi. Di conseguenza, non è matematico che passare all’opposizione possa diventare in consiglio una manovra che possa portare ad un nuovo progetto politico che, pur nel remoto caso venisse messo in piedi accostando visioni molto diverse, non avrebbe comunque il mandato elettorale e un Sindaco tecnicamente incaricabile, senza il passaggio alle urne, evento che può avvenire solo con la fine dell’attuale Amministrazione. Come dire, un cane che si morde la coda.
Riguardo al secondo punto, l’ambiguità della sua posizione potrebbe davvero spingere ad una facile dietrologia. I consiglieri provinciali vengono eletti da Sindaco e consigli comunali in carica e, visto che Cusenza è un consigliere uscente, viene abbastanza facile che qualcuno possa pensare ad un suo interesse personale più che alla ostentazione della sua “resistenza” finalizzata solo alla causa dei cittadini.
Il risultato è che da queste premesse risulta difficile sostenere che l’interesse sia quello pubblico della fogna bianca, del turismo e del bene della città, se non vi è nei fatti un Sindaco con i numeri in consiglio che possa operare scelte concrete. Un Sindaco che non può esercitare le sua funzione amministrativa cosa può fare più o meno di un commissario prefettizio se non la gestione ordinaria? Senza entrare in una dietrologia facile, al Consigliere Cusenza interessa quindi tenere in piedi un Sindaco con funzioni da Commissario? E a che pro se non guadagnare tempo in attesa di una nuova elezione provinciale che vede come terzi interessati anche altri pezzi della ormai ex coalizione Cascavilla? O forse la città è tenuta in ostaggio dell’ennesima trattativa politica sottobanco con il possibile rientro di Cusenza in maggioranza?
Comunque la si voglia vedere, di certo siamo davanti ad un clamoroso e goffo obbrobrio politico conservativo delle poltrone e delle opportunità politiche di chi è in carica da destra a sinistra, e per qualsiasi incarico!
Un vero accanimento terapeutico per mire e visioni personalistiche a discapito del vero ammalato, ovvero la città. Mentre si cerca in tutti i modi di trovarsi un alibi per se stessi e per gli altri. Un colpo di spugna che possa lavare la coscienza e distrarre il pubblico.