Ventesimo appuntamento con LibriAmo, a cura di Renata Grifa
Lila era imprevedibile.
A volte, al ritorno da scuola, facevo un giro largo per non passare davanti la calzoleria.
Se invece vedevo lei in persona, da lontano, per l’angoscia cambiavo strada.
Ma poi non resistevo e le andavo incontro come a una fatalità.
Capitolo 1 di 4: Lila e Lenù, una delle due è un’amica geniale.
Sullo sfondo di una Napoli di inizio anni Cinquanta, con l’eco della guerra ancora forte per le strade devastate, comincia la storia di due bambine, poi adolescenti, unite dal destino di un rione di periferia in cui si intrecciano vicende di disperazione, povertà, speranza e voglia di riscatto.
“C’era qualcosa di insostenibile nelle cose, nelle persone, nelle palazzine, nelle strade, che solo reinventando tutto come in un gioco diventava accettabile. L’essenziale, però, era saper giocare e io e lei, io e lei soltanto, sapevamo farlo”.
Un romanzo che si apre con la scomparsa di una delle due protagoniste e continua con la rievocazione della nascita e consolidamento di un’amicizia, quella tra Elena e Raffaella, che alterna sentimenti di amore-odio, di invidia, gelosie e ammirazioni in un rapporto che tiene le due ragazze unite come da un elastico che le riporta ogni volta una al cospetto dell’altra.
Le vite delle due protagoniste scorrono in maniera parallela: da un lato la ribelle Lila che sacrifica se stessa pur di non cadere prigioniera della vita e dall’altra la diligente e remissiva Lenuccia, faro di speranza in cui Lila ripone tutto ciò che forse lei non potrà mai essere.
Un’amicizia femminile atipica che è un pretesto per raccontare lo spaccato di una società, quella napoletana, fatta di miseria ma allo stesso tempo di voglia di uscire fuori dai confini troppo stretti che a volte la vita impone. Lila ed Elena si muovono tra storie di personaggi “secondari” che sono forse l’anima vivace di questo racconto.
Un romanzo “popolare” scritto come un fiume in piena, divenuto in poco tempo evento mediatico, soprattutto per l’alone di mistero di cui si è voluta ricoprire l’autrice, geniale certamente nel far attendere ai suoi lettori ben quattro volumi prima di conoscere l’epilogo di questa vicenda.
Storia che sicuramente incuriosisce, ma fino a che punto?
Sarete così geniali da buttare giù altri tre libri di duecentoepassa pagine?
Oppure lascerete che sia la vostra immaginazione a dare un finale ad una storia che tutto sommato poteva risolversi in maniera più breve?
A voi la scelta, a me il finale immaginato.