LibriAmo a cura di Renata Grifa
Questo ti diede la stura per parlare del rapporto tra scrittore e lettore e di quanto quel rapporto fosse cambiato.
Quando eri un giovane scrittore ti avevano detto: Non dare mai per scontato che il tuo lettore non sia intelligente come te.
Consiglio che ti eri preso a cuore.
Scrivevi con quel lettore in mente, dicevi, una persona tanto brillante quanto te, se non addirittura di più!
Sigrid Nunez
Cosa pensa uno scrittore quando lavora al suo libro?
Cosa legge?
Cosa passa nella mente di uno scrittore che forse non sa di esserlo e combatte per quella che è la sua più grande aspirazione?
Scegliere il mestiere di scrivere è davvero una scelta di solitudine?
Scrivere era troppo difficile! Non per niente Henry James affermava che chiunque voglia fare lo scrittore deve scriversi in fronte la parola “solitudine”. Frustazione e umiliazione, ecco cos’era la scrittura secondo Philip Roth. La paragonava al baseball: Fallisci due terzi delle volte.
Credo siano questi i temi principali di questo bellissimo e quanto mai introspettivo romanzo di Sigrid Nunez, vincitore del prestigioso National Book Award, temi che vengono affrontai mascherati dietro il racconto di un altro grande assunto, la perdita della persona amata.
La protagonista scrive quella che sembra una lunga lettera a questo amico/amore/amante scomparso come se potesse ricevere risposta e sentirne ancora quei consigli che hanno fatto parte della lunga esistenza insieme. “Lui” docente, scrittore, mentore che le ha insegnato l’amore per la letteratura e per lo scrivere quando decide di andar via altro non lascia dietro sé che un grosso amico a quattro zampe che entra a pieno titolo a far parte del racconto.
Cercando di elaborare il lutto la penna di Sigrid Nunez ci proietta nell’animo di chi è costretto a fare i conti giorno dopo giorno con la più grande mancanza, cercando di mantenersi aggrappato alla vita che resta.
Sono mille le domande che la protagonista si pone, mille i quesiti senza risposta, tutto sembra senza via d’uscita, ma lei sa che deve riuscire ad andare avanti e l’unico modo per farlo è rifugiarsi in ciò che più le sta a cuore, la scrittura.
Così pensieri intimi e digressioni letterarie di assoluto livello (il racconto è pieno di citazioni letterarie disseminate apparentemente a caso) si intrecciano in un romanzo senza trama, in cui la sola voce è quella di emozioni intime e autentiche degne dei più grandi sentimenti.
L’amico fedele non è un libro per tutti né per ogni momento, è un libro molto intimo, molto privato, ma proprio come un amico vero ci resta dentro, dicendoci quello che forse non vorremmo sentirci dire, ma a cui poi saremo grati in eterno.