La lettera di una navigatrice
Per conoscenza Al signor Sindaco di S.Giovanni Rotondo, Al Presidente della giunta Comunale, All’assessore ai servizi sociali e pubblica istruzione
Pubblichiamo di seguito una lettera non firmata giunta in redazione da parte di una navigatrice.
La pubblichiamo, nonostante l’anonimato, avendo la stessa lasciato volutamente riferimenti per essere identificata e contattata dalla redazione.
Per conoscenza Al signor Sindaco di S.Giovanni Rotondo, Al Presidente della giunta Comunale, All’assessore ai servizi sociali e pubblica istruzione.
Quando feci la domanda per PROGETTO SINFONIA PER L’UOMO prima del 2000 fu perché nel bando era specificato che servivano cinque o sette animatori di strada e poiché, ho l’attestato di animazione feci la domanda e arrivai una delle prime in graduatoria sia per titoli e colloquio , erano sessanta ore autogestite.
Ma il progetto fu totalmente cambiato sia come numero che per il livello economico e per il contenuto. Infatti diventò sostegno ai minori in difficoltà e famiglie con disagio. Mi chiamarono nel mese di maggio e furono proposti giochi di quartiere e di strada per l’estate come lettera allegata. Nel mese di settembre mi fu assegnato un ragazzo con difficoltà scolastiche e disagio famigliare, non essendoci le strutture veniva a casa dalle ore 15 alle
Al mio collega era stato affidato un ragazzo con devianze comportamentali ed era in progetto il consiglio comunale dei ragazzi, speravo che venisse affidato a me invece il mio superiore tolse il ragazzo al collega e lo affidò a me per dare a lui il progetto già menzionato. A quel tempo si faceva formazione con lo psicologo della A.S.L. che sconsigliò al mio superiore di affidarmi il ragazzo perchè secondo lui ci voleva la figura maschile.
Il ragazzo veniva a casa dalle ore 15 alle ore
Nel periodo estivo si organizzano laboratori ed il mio è quello di teatro; gli iscritti del primo anno sono stati pochi non bene informati invece negli anni a seguire sono quadruplicati dopo aver visto che cos’è animazione teatrale. L’anno scorso, 2006, ho ricevuto gli elogi dinanzi al mio supervisore da parte dell’autore di una commedia, nella quale ho inserito balletti, scenografie e canzoni popolare (tutti i laboratori estivi sono documentati in video in mio possesso). Nello stesso tempo sono stati fatti giochi estivi di quartiere; mattino: animazione teatrale con trenta ragazzi e nel pomeriggio giochi per aiutare l’oratorio parrocchia S.Onofrio per la festa del Carmelo dove partecipò anche la gente del quartiere con il proprio logo disegnato e voluto dal comitato di quartiere.
Nel periodo invernale il progetto ha avuto delle variazioni: siamo diventati operatori di quartiere con orario autogestito, importante era il raggiungimento degli obbiettivi, cosa che è stata fatta anche senza sede e senza strutture ampiamente documentata con relazioni, verbali di comitato di quartiere e video. Successivamente è stata fatta la mappatura delle famiglie, e sono state interpellate circa seicento famiglie sempre documentato con appositi moduli. Mentre eseguivo il lavoro mi è stato chiesto di andare in via Lauriola, centro sociale ricreativo per non abili nelle ore pomeridiane, per supplire mancanza di personale per un periodo di quindici giorni. Dopo la segnalazione di una collega di altro quartiere di un bambino con problemi (apparentemente di autismo), mi è stato chiesto di seguirlo a casa sua vista la mia esperienza professionale di assistente per disabili aggressivi violenti.
Accettai e andai insieme ad un ragazzo del servizio civile, non fui informata bene sulla patologia del bambino scoprendolo a mie spese tornando a casa con graffi profondi. Il giorno dopo andai a riferire il tutto al mio superiore che mi disse: devi andare e basta, così costretta andai per un periodo di quindici giorni con il controllo di una mia collega (che poteva essere mia figlia, che telefonava al ragazzo del servizio civile dicendo: dove siete?). Oltre ad aver offeso la mia dignità di persona e di professione mi sono sentita dire durante la riunione per il rinnovo del contratto del 2007 che non mi volevo occupare del bambino, subendo uno stress psicologico e morale nonostante abbia eseguito l’incarico al di fuori del progetto, con un carico maggiore di lavoro di ore e di tensione e proseguendo la mappatura di quartiere.
Il mio non è stato un rifiuto poiché per esperienze di lavoro con autistici non si può fare nessuna rieducazione educativa a casa, ma ci vuole una struttura e materiale specifico, avrei soltanto aggravato la situazione del bambino, dopo aver avuto conferma dal neuropsichiatria infantile che lo segue. Sono seguite altre riunioni dove io ho chiesto specificamente di poter fare le mie ore con orario mattutino dovendo seguire, per gli esami , mio figlio, con problemi di dislessia, oppure vista la mia mansione di sostegno a l’handicap, di essere mandata in via Lauriola. Ho consegnato una lettera sia al dirigente di una scuola, che al mio superiore, per dare sostegno a problematiche di alcuni ragazzi, non mi è stato concesso. Ho fatto richiesta più volte, che tutti i pomeriggi non potevo lavorare, la risposta è stata è così. Nonostante le mie richieste è stata aggiunta una collega agli uffici dei servizi sociali per meriti (terzo collega in ufficio con mansioni di impiegati comunali).
Durante la riunione straordinaria di sabato mattina prima del 15/02/2007 sono state assegnate le mansioni e le mie erano diverse dagli altri miei colleghi; dovevo andare in un altro quartiere a fare sostegno agli anziani dalle ore 8.30 alle ore 10.30, segnalati da una delle mie colleghe, e dalle ore 15.30 alle ore 18.30, a casa di una famiglia a sostenere il menage famigliare, dal lunedì al sabato. Ho ribadito ancora una volta che tutti i pomeriggi non potevo,avendo un marito turnista e due figli minori da seguire di cui uno con problemi di dislessia, la risposta è stata non possiamo farci niente, perchè c’è un allegato dove scrivere l’orario e l’adempimento dei compiti settimanali, così al momento non ho firmato il contratto subendo uno stress psicologico. Nella riunione successiva, per la firma del contratto si diceva, che bisognava fare in fretta poiché doveva essere trascritto perché scadevano i tempi. La firma è avvenuta dopo essere uscita dal pronto soccorso per una crisi nervosa, ansiosa, scopro in seguito che il contratto non si registra.
Grazie per avermi tolto la mia dignità, il diritto al lavoro e alla famiglia.
In seguito mio marito gentilmente ha cercato di parlare con il responsabile del progetto il quale disse, esplicitamente, vai dal dirigente, così fece, senza esiti positivi. Viste le mie condizioni di salute sono stati consegnati a mano certificati di malattia da mio marito che ha chiesto più volte l’allegato del contratto con esito negativo, così mio marito è tornato dal dirigente, per un breve colloquio non ottenendo nulla.