La lettera di un cittadino
Anni or sono, sotto l’amministrazione dell’ex sindaco Squarcella, vi fu una sorta di moto popolare capeggiato dall’opposizione del tempo, in merito alla questione degli olmi che da anni erano davanti al palazzo di città come delle silenziose sentinelle, espiantati dalla loro sede storica per far posto al progetto di ristrutturazione e riqualificazione di Piazza dei Martiri.
C’è da sottolineare che quegli alberi non furono abbattuti, ma ripiantati presso l’attuale “Parco del Papa” dove a tutt’oggi godono di ottima salute.
Mi premeva fare questa introduzione, poiché una simile azione è stata perpetrata ai danni di pini pluridecennali, tra l’indifferenza e il silenzio quasi totale di ambientalisti, opposizioni e cittadinanza in generale.
I fatti si riferiscono alla “pulizia” effettuata alle spalle dell’istituto scolastico Galiani, dove da anni erano in sede degli alberi di pino, esemplari con un’età di almeno 40/50 anni.
Pulizia fatta nel vero senso della parola, alla radice, tagliando di netto incolpevoli piante.
Gli interrogativi di tale scempio sono molteplici, ed in parte l’opposizione politica ha cercato risposte presentando una interrogazione consiliare per capire tale operato.
La risposta dell’amministrazione è stata che il dirigente scolastico dell’istituto, pare, abbia chiesto una consulenza, non è dato ancora di sapere se ai vigili del fuoco o ad altri professionisti della materia, su quello che concerne le vie di fuga dalle scale di emergenza sino al punto di raccolta, definendo la via ostacolata dagli alberi, pertanto urgeva la necessità di effettuare una messa in sicurezza della zona.
Siccome chi scrive è un esperto del settore antincendio, posso garantire che, anche se non sono a conoscenza di dove sia ubicato il punto o i punti di raccolta in caso di evacuazione dell’immobile, gli alberi non ostacolavano in nessun modo una eventuale via di fuga. Infatti le scale di emergenza dell’ala nord, sono direttamente collegate con un cancello di uscita, ma qualora si dovesse percorrere un tratto di via per raggiungere un altro piazzale, ove presenti altre scale di emergenza, sarebbe stato più normale mettere in sicurezza il vialetto in terra, che non tagliare gli alberi in quanto rasenti il muro perimetrale, vialetto invece che a tutt’oggi risulta essere accidentato e disconnesso, elevando la possibilità di pericoli anche durante una semplice esercitazione.
Ad ulteriore conferma della mia tesi è proprio la presenza dei due cancelli lungo il perimetro posteriore degli Istituti Galiani e istituto magistrale a determinarne le vie di esodo. Inoltre sarebbe controproducente far percorrere, in evacuazione, altri cento metri di strada in presenza di una uscita a dieci. Ma se per l’Istituto Magistrale, che non avendo una immediata via di fuga adiacente le scale di emergenza, tutto ciò risulta essere inderogabilmente un obbligo, per l’ala nord della Galiani è controproducente, considerando che il tragitto più lungo in caso di incendio dello stabile o di terremoto, risulterebbe estremamente pericoloso.
Da un personale sopralluogo effettuato, ho potuto ancora una volta constatare che le piante non pregiudicavano in nessuno modo un eventuale accesso a tale punto, in quanto rasenti la recinzione, lasciando spazio sufficiente per un corridoio di fuga eventualmente più lungo. Senza voler mettere in discussione pareri di esperti e responsabili, mi è parsa un po’ affrettata la decisione presa senza valutare altre possibili soluzioni, soprattutto oggi che si parla tanto di coscienza ambientalista, votata al ripristino del verde cittadino, di cui l’assessore ai Lavori Pubblici è diventato, come giusto che sia, strenuo paladino, pertanto mi pare strano che non sia stato possibile attuare nessuna altra soluzione, se mai problema reale ci fosse.
Mi auguro poi, che le molte voci che ipotizzano una operazione improntata a mascherare la realizzazione di futuri parcheggi per insegnanti e dipendenti della scuola, restino solo fantasie di qualche visionario, ma se tali ipotesi dovessero un domani trovare riscontro in tale direzione, la cosa sarebbe di una gravità unica.
Dal momento che siamo abituati a proclami, smentite, passi indietro e inaugurazioni, restiamo in attesa di ulteriori sviluppi di tutta la vicenda, assodando che gli unici a rimetterci in questa storia “poco chiara”, sono stati degli alberi che facevano parte di quel poco patrimonio di verde pubblico del nostro paese.
Lettera firmata
gargice
Sono contento che i cittadini si pongano dei perché.
Purtroppo ce ne siamo accorti: sentimmo una spiegazione assurda ma viste le facili querele abbiamo aspettato delucidazioni.
In qualche articolo si parlava di PNG, ditemi voi (se non fosse per la sicurezza) un istituto scolastico che insegnamento trasmette in questa maniera..
Sante Barbano
Michele Fiorentino
Premesso, giusto per essere precisi, che gli alberi di cui parli non erano olmi bensì lecci e che non proprio tutti quelli espiantati si sono “salvati” anzi ……, il fatto più eclatante e subdolo è che l’abbattimento, con estrema malizia e calcolo, è stato compiuto nei giorni intorno al ferragosto ma a parte questo, la cosa che più mi fa rabbia, è che da un rappresentante di un istituzione come la Scuola sia partita la richiesta, del tutto infondata, è chiaro, dell’eliminazione di cipressi (non pini) che esplicavano delle funzioni ben superiori, in termini ecologici, di quelle ipoteticamente non garantite dalla loro presenza! Non vorrei essere nei panni degli insegnanti di Scienze Naturali di quella scuola, allorché davanti ai propri alunni dovranno spiegare e/o giustificare in qualche modo l’ennesimo scempio perpetrato al nostro modesto e martoriato patrimonio arboreo! Ma che messaggio diamo alle future generazioni?
Michele Fiorentino