“La nostra parrocchia non ha la memoria corta e non dimentica coloro che l’hanno amata e che le hanno fatto da maestro”
Carissimo don Carlo,
Un compito ingrato mi è stato assegnato questa sera, quello di salutarti come se non dovessimo più vederci, incontrarci. Eppure tutti sappiamo che non andrai molto lontano.
Sono passati dodici anni, ma sembra ieri che sei arrivato in questa parrocchia, anzi, per molti come me, che ti conoscevamo già da prima, sembra che sei stato sempre con noi… e adesso te ne vai!
Dodici anni fa, quando Mons. D’Addario ha mandato te a sostituire don Stefano, pensavamo che avremmo avuto più tempo da passare insieme, invece eccoci di nuovo qui in viaggio senza sapere cosa ha preparato il Signore per noi ma fiduciosi nel suo aiuto, perciò non abbiamo preso nulla, "né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno". Nessuna certezza ci appartiene se non l’amore di Cristo e la consapevolezza di essere in viaggio verso di Lui.
Dodici anni non si dimenticano così da un giorno all’altro e tu lasci un segno profondo nei cuori di tutti coloro che ti hanno conosciuto e avvicinato, sia parrocchiani che non. Sei passato in mezzo a noi senza lasciarti mai catturare, addomesticare o manipolare, dicendo sempre quello che pensavi e così come sei venuto te ne vai, da uomo libero!
Non hai mai cercato consensi e applausi né ti sei mai circondato di fans, anzi, hai sempre allontanato da te tutti coloro che pensavano di poter diventare amici privilegiati ripetendo continuamente che non eri tu quello che doveva essere cercato ma il Dio che nell’ Eucaristia si donava agli uomini: questa era l’unica Verità, l’unica Libertà.
Perciò, guidati da te e in piena libertà abbiamo obbedito insieme al vescovo che ti chiama ad un nuovo compito, nella nostra Chiesa di Manfredonia — Vieste — San Giovanni Rotondo, quello di Vicario della Pastorale Diocesana per gli Ordini Religiosi e la Vita Consacrata, ma la nostra parrocchia, tu lo sai, non ha la memoria corta e non dimentica coloro che l’hanno amata e che le hanno fatto da maestro.
Come dimenticare le tue omelie, quando ci rimproveravi che la nostra Chiesa era vuota, che ti sembrava di dire la messa ai banchi e che dimenticavamo che il Signore era presente nell’Eucaristia per noi, che chiasso, che folla ci sarebbe stata, invece, se fosse arrivato un cantante famoso, tutti sarebbero accorsi!
Come dimenticare i richiami ai Catechisti sulla loro mancanza di assiduità agli incontri di formazione, o quando ci dicevi che dovevamo chiudere la mensa e portare i poveri nelle nostre case, alla nostra mensa.
Certo che ci dicevi la verità! volevi che noi fossimo veri, sempre, in qualunque momento ed occasione, sia in Chiesa che nelle nostre famiglie o nelle nostre occupazioni, perché la Verità è Cristo, e ci fa uomini liberi.
A Collevalenza, nei vari ritiri spirituali, ci spronavi ad essere quel pane spezzato che si dona continuamente ai fratelli più bisognosi, più poveri, come ha fatto Cristo.
Non hai mai fatto preferenze per nessuno eppure hai avuto sempre un amore privilegiato verso i poveri; dicevi che non bisogna fare differenze di persone, ma che tutti siamo uguali di fronte a Dio, ma i poveri ricevevano da te un’attenzione particolare, "sono i poveri del Vangelo, quelli amati da Cristo, che ami anche tu!".
Ci hai dato ed insegnato tanto in questi anni passati insieme, hai formato "Cenacoli", "Adoratori", ci hai insegnato a pregare, a stare in silenzio davanti a Gesù Eucaristia, a svuotarci di noi per riempirci di Lui, ma soprattutto, ci hai accolto nel segreto della Confessione come un padre accoglie suo figlio, ed hai fatto in modo che il Signore ci liberasse dai nostri peccati.
Grazie, grazie per tutto quello che ci hai donato e per quello che non hai potuto donarci e ti chiediamo ancora scusa per le incomprensioni che a volte ci sono state e per tutte quelle volte che non ti abbiamo capito e non ti abbiamo obbedito. Scusaci! Anche in questo ci sei stato maestro, nella capacità di saper chiedere scusa quando ci si accorge dei propri errori, senza aver paura e con grande semplicità!
Eri e rimarrai sempre nel nostro cuore e nelle nostre preghiere continuamente, con la speranza che anche tu non vorrai farci mancare la tua preghiera come hai fatto fino ad oggi.
Ancora una volta come dodici anni fa, ci affidiamo al Signore, solo Lui sa cosa ha preparato per noi e per te, ed è per amore Suo e in nome Suo che noi faremo del nostro meglio mettendoci alla sua sequela. Invoca su di noi lo Spirito Santo, Lui saprà darci la forza di essere al nostro posto, con estrema correttezza accogliendo colui che ci ha mandato e aiutandoci a mettere in pratica quello che tu ci hai insegnato.
Grazie, per tutto quello che ci hai dato e per averci amati così come siamo!.
Filippo Barbano
Vice presidente del
Consiglio Pastorale Parrocchiale