“Storia
della mia gente”
“La
grammatica di Dio – Storie di solitudine e allegria”
Edoardo Nesi
Storia della mia gente
Bompiani
Premio Strega 2011, Storia della mia gente
è un racconto autobiografico.
Edoardo Nesi racconta, a ritroso, la storia
della sua famiglia, in particolar modo, la storia della ditta di famiglia.
Un lanificio artigianale, fondato da
Temistocle e Omero Nesi, nell’Italia del miracolo economico, nella targa un
fiducioso “e figli”, perché sono convinti che il benessere duri per sempre.
Dove i dipendenti sono protagonisti quasi
di una poesia:
“Il
rumore di una tessitura
ti fa socchiudere gli occhi e sorridere,
come quando si corre mentre nevica.
Il rumore della tessitura
non si ferma mai,
ed è il canto
più antico della nostra città,
e ai bambini pratesi
fa da ninna nanna.”
E invece, Edoardo che ha ereditato la
ditta, è costretto a chiudere, il Made in
Italy è in piena svalutazione, c’è la crisi e, il capannone che prima
ospitava il lanificio, ora pullula di cinesi che lavorano notte e giorno.
Una realtà crudele che ci mostra come la
parola lavoro abbia assunto man mano un significato diverso fino a perdere,
oggi, ogni traccia di dignità.
E mentre marcia, in una grande
manifestazione a Prato per la difesa del lavoro artigianale, pensa che lui “resterà sempre accanto alla sua gente”.
Stefano Benni
La grammatica di Dio – Storie di solitudine
e allegria
Feltrinelli
Non un ultima uscita, ma sicuramente, un
libro da tenere a portata di mano, perché si avverte spesso il bisogno di
rileggere, anche solo uno, dei 25 racconti.
Racconti intrisi di solitudine, scritti con
quell’ironia amara che è una caratteristica di Stefano Benni, ma che strappano
risate.
Personaggi paradossali, che esasperano ogni
gesto e ogni parola.
C’è il dott. Zero, prima grande manager, “uomo che conta”, arrivista, cinico, che
non ha tempo da perdere nemmeno per la sua famiglia, figuriamoci per un
mocciosetto che gli chiede aiuto per un compito di matematica!!! Il
mocciosetto, altri non è che un diavoletto che lo condannerà ad essere uno zero
tra tanti.
Il ladro, cresciuto da uno zio disonesto,
che lo indirizza verso “un’onesta strada disonesta”. Un ladro che s’intrufola
nelle case, perché ogni casa ha una musica particolare e lui ne è affascinato.
Frate Zito, che un giorno decide di non
parlare più perché Supra nos silentium
siderum.
Poi arriva lei, giovane, bella e…muta!
Ed è tutto “a cui il suo silenzio era dedicato.”
Noi siamo le parole…
MPC