“La
comunicazione efficace”
(Ipnoterapia ericksoniana)
Michele Grana
La comunicazione efficace
(Ipnoterapia
ericksoniana)
Ed. Alpes
“Qualunque
uomo politico può affermare che molti dei guai del mondo dipendono da un
difetto negli scambi comunicativi. Lo stesso avviene per la salute dell’uomo.”
Prima d’iniziare a leggere questo libro, è
bene liberarsi di tutti i preconcetti che la parola “ipnosi”, può suscitare.
Questo grazie alla televisione che ne ha
dato un’immagine distorta, quindi, un valido motivo per spegnere la Tv e dare spazio alla lettura.
Ho conosciuto il dott. Grana sia per motivi
personali che professionali e, in entrambi i casi ho conservato un ricordo
molto caro di un medico senza camice che parla con me e a me. Cosa rara!
Che lavora con il cuore, nel pieno rispetto
del paziente, chiunque esso sia.
E proprio ai suoi pazienti, a “coloro che
hanno permesso con la loro sofferenza di crescere insieme”, che il libro è
dedicato.
Il metodo ipnotico è quello elaborato da
M.H.Erickson, a cui va il merito di aver trasformato l’ipnosi in una vera e
propria psicoterapia il cui fine ultimo è ristabilire il giusto equilibrio tra
“conscio” e “inconscio” del paziente.
Il dott. Grana, con uno stile scorrevole,
piacevole, autobiografico e non autocelebrativo, ci spiega come le teorie
ericksoniane, vengano applicate alle varie fasi pratiche della terapia.
Partendo dal rapporto che s’instaura tra
medico e paziente, attraverso la comunicazione, stando ben attenti ad “adattare
la comunicazione al paziente e non il paziente alla comunicazione”.
Parole, quindi, adattate in modo tale che
il paziente si senta tranquillo e sicuro.
Nessuno, a meno che non ci troviamo di
fronte un idiota, ci farà oscillare davanti gli occhi un orologio recitando “A
me gli occhi, please!”.
Lo stato di trance ipnotico indotto, non si
allontana molto dallo stato di trance in cui noi, naturalmente cadiamo, quando,
in un momento di grande noia, vaghiamo con la mente, incuranti di ciò che ci
accade intorno.
Leggere la “Comunicazione efficace” è un
modo molto utile per entrare in contatto
con l’umanità dei pazienti riportati negli esempi e di come sia possibile migliorare il nostro modo di comunicare nella
vita di tutti i giorni.
Un libro non solo per “gli addetti ai
lavori”, un libro per tutti.
Geniale, davvero geniale, l’articolo di
pag.8, in cui l’autore, insieme ad un collega, che condivideva con lui lo stato
di volontario, con la possibilità di assunzione dell’uno a scapito
dell’altro, scrissero sul giornale edito
dell’istituto dove praticavano, scambiandosi le iniziali dei cognomi, per
sollecitare l’amministrazione e in cui prendono in esame “due pazienti con una continua tendenza a prestare la propria opera
sotto forma di volontariato, col fine incongruo di raggiungere come tali il
minimo pensionabile”.
Furono assunti entrambi!
MPC