“Parata si o parata no?”
La contrarietà alle parate militari è una delle polemiche che sta montando negli ultimi giorni, in special modo all’interno dei social network, in quanto oltre ad essere uno spreco di denaro pubblico risulterebbe come uno smacco per la popolazione dell’Emilia Romagna, che nelle ultime settimane è stata martoriata dai devastanti terremoti.
A dire del Governo, la consueta parata del 2 Giugno si svolgerà in maniera “soft” e sarà dedicata alle vittime del terremoto.
La parata “soft” ci costerà comunque 3 milioni di Euro e sarà composta da militari lindi e pinti (sin ora sono solamente 50 i militari inviati in soccorso) perché delle macerie e dei disastri se ne occuperanno, come sempre, i vigili del fuoco ed i volontari della protezione civile.
In precedenti articoli avevo già messo in evidenza l’anacronismo e la falsità che emergono con le parate militari, però vorrei far notare che l’Iraq ce l’abbiamo in Abruzzo e l’Afghanistan oggi si trova in Emilia Romagna, quindi sarebbe il caso di cambiare le regole d’ingaggio dei nostri militari per renderli partecipi della ricostruzione del nostro Paese, oltretutto non abbiamo nulla da insegnare ai Libici che, forse, la Salerno- Reggio Calabria l’avrebbero costruita in 6 mesi.
Prima di esportare “democrazia” nei Paesi di interesse petrolifero, costruiamo il nostro Paese, affinché diventi da esempio per le popolazioni vessate dalle dittature, le quali in maniera autonoma potranno trovare la strada migliore per la propria autodeterminazione.
Emanuele Merla