La Petroceltic Italia ha ottenuto il permesso di ricerca al largo delle Tremiti
“Così stanno bruciando il mare. Così stanno uccidendo il mare . Così stanno umiliando il mare. Così stanno piegando il mare”. Sembra di riascoltare i versi di ‘Com’è profondo il mare’ e di rivedere la camminata di Lucio Dalla verso il palco dal quale il 7 maggio 2011, nella suggestiva cornice di Termoli, tremila persone, 280 associazioni e le rappresentanze istituzionali dei comuni garganici, delle province e delle Regioni di Puglia, Molise e Abruzzo, dicevano no alle introspezioni petrolifere nel mare Adriatico.
A distanza di quasi quattro anni lo spauracchio trivellazioni è tornato. Con decreto del 22 dicembre 2015 la Petroceltic Italia ha ottenuto l’autorizzazione alla ricerca di idrocarburi – fino al 2021 – nei fondali del Mare Adriatico tra l’Abruzzo e il Molise, a largo delle Isole Tremiti, Termoli e Vasto, indicata sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico come zona B.R274.EL
Permesso accordato nell’ottobre 2013 anche alla Cygam Energy Italia autorizzata a perforare in località ‘Masseria Montarozzo’ – nel Foggiano – su un territorio di 154,6 km, titolo vigente ormai da più di due anni valido fino al 2019. Si tratta della stessa società che dal 2006 al 2012 aveva avuto il permesso di ricerca in località ‘Posta Nuova’ e che l’8 ottobre 2012 al Ministero dello Sviluppo Economico – tramite la società Vega Oil Spa – aveva presentato istanza di proroga.
Con decreto di conferimento pubblicato sul ‘Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse’, quindi, si affida alla Petroceltic il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi convenzionalmente denominato ‘B.R274.EL’, ricadente nel Mar Adriatico, zona B, a una distanza di 13,4 miglia marine dal litorale, su un’estensione di 2 373,70 chilometri.“
Per scongiurare il pericolo trivellazioni non resta che la strada del ricorso giurisdizionale davanti al Tribunale Amministrativo Regionale Lazio, secondo le modalità di cui al D. Lgs. 2 luglio 2010, n. 104, ovvero ricorso straordinario al presidente della Repubblica, ai sensi del decreto del presidente della Repubblica 24.11.1971, n. 1199, rispettivamente entro 60 e 120 giorni dalla data della notificazione o della comunicazione dell’atto impugnato o da quando l’interessato ne abbia avuto conoscenza.
Per perforare il fondale marino del Mare Adriatico a largo delle Isole Tremiti, la Petroceltic Italia pagherà allo Stato appena 5,16 euro per km/q, vale a dire nemmeno 2mila euro all’anno. A denunciarlo è il noto esponente dei Verdi, Angelo Bonelli. Inoltre, le introspezioni petrolifere verrebbero eseguite con l’air gun, una delle tecniche più devastanti utilizzate per la ricerca di idrocarburi, per giunta in un’area ricca di biodiversità, gioiello ambientale dello Stivale, fonte di ispirazione delle musiche e delle canzoni di Lucio Dalla sottolinea Bonelli. “L’Italia deve fermare le trivelle non i referendum, valorizzare i suoi tesori ambientali, tutelare l’economia della pesca, dell’agricoltura e del turismo che sono messe a rischio dalle tecniche invasive e distruttive di perforazione. Il futuro non è il petrolio, ma una politica energetica 100% rinnovabile perché la lotta ai cambiamenti climatici non si fa bucando la terra per trovare petrolio, ma avviando la modernizzazione dell’Italia che in questo campo è stata contrastata dalle lobby del petrolio” aggiunge l’onorevole.
Sulla vicenda è intervenuto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “le Regioni proponenti i referendum non devono fare passi indietro. Dovranno elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato davanti alla Corte Costituzionale per alcune norme dell’emendamento natalizio che hanno scippato al popolo italiano la possibilità di esprimersi in sede referendaria sul punto di restituire o meno alla Conferenza delle Regioni il potere di decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera. Si dovrà inoltre iniziare subito la campagna referendaria valutando tutte le altre iniziative necessarie alla tutela del nostro mare”.
fonte: foggiatoday.it