Sotto accusa le polveri sottili in Piazza Europa
A seguito dell’indagine condotta dall’Arpa Puglia, la locale sezione di Legambiente “Lo Sperone”, in una lettera indirizzata al primo cittadino e firmata dal presidente Antonio Tortorelli, ha chiesto la chiusura di Piazza Europa al traffico veicolare domenicale dalle ore 10.00 alle 13.00 e nelle serate estive dalle ore 20.00 alle ore 23.30.
Nel periodo di lockdown le emissioni inquinanti si sono ridotte notevolmente, restituendo qualità e salubrità all’aria soprattutto nel solitamente trafficatissimo centro cittadino. Benefici immediatamente compromessi dalla fine blocco, con la normale ripresa del traffico veicolare.
“Come risaputo, in questo periodo su richiesta dell’Amministrazione comunale – si legge nel comunicato di Legambiente – è stata effettuata la campagna Mal’Aria, da noi fortemente voluta, con il monitoraggio della qualità dell’aria da parte della stazione mobile di Arpa Puglia nel periodo 22 febbraio – 6 aprile 2020, situata in Piazza Europa. La relazione dell’Arpa ha fatto emergere comunque indicazioni particolarmente interessanti sulle componenti che incidono sulla qualità dell’aria e che la nostra associazione ha sempre argomentato con la campagna Mal’Aria: le emissioni dovute al traffico veicolare; le emissioni tributate dal riscaldamento domestico; le polveri sottili trasportate dai venti. In particolare, nel periodo pre-Covid, dal 22 febbraio all’8 marzo la componente delle emissioni dovute al traffico urbano delle ore di punta sono evidenti e provengono dalla corrente di flusso veicolare di Piazza Europa, con vari picchi di NO₂ oltre la media, registrati tra il 24 febbraio e il 6 marzo”.
“Nel periodo post-Covid dall’8 marzo a fine campagna, a traffico veicolare pressoché inesistente, – continua la nota del circolo sangiovannese – la sorgente dell’inquinamento risulta essere quella esclusiva del riscaldamento domestico (tra l’altro questo è stato anche il periodo più freddo di questo inverno come dimostrato dai dati della centralina meteo della stazione mobile), e la corrente del flusso inquinante risulta provenire dal Centro Storico. Le polveri sottili di PM10 sono state registrate a fine marzo, in coincidenza di venti da sud ed erano costituite da sabbia proveniente dal deserto. Il PM10 è un particolato che si ritrova inoltre negli scarichi della combustione, dal consumo degli pneumatici, dalle attività dei cementifici etc.”.
“Ritornando alla nostra richiesta di chiusura al traffico di Piazza Europa – concludono gli ambientalisti – è a tutti noi evidente come questo, oltre a quello delle ore di punta (orari scuola) sia un traffico viziato da ‘struscio in macchina’ intorno alla villa. Anche in considerazione a quanto avvenuto durante il lockdown alla qualità dell’aria, alla ‘spesa sottocasa’, al godere di una passeggiata fuori casa e alla mobilità dolce, rinnoviamo la nostra richiesta già inoltrata prima dell’inverno 2019, ovvero di prendere in seria considerazione la proposta in oggetto del nostro circolo al fine di sensibilizzare la cittadinanza ad un minor uso dell’autovettura e incentivare la passeggiata domenicale dalle ore 10.00 alle 13.00 e nelle serate estive dalle ore 20.00 alle ore 23.30. Magari ripristinando il segnalamento luminoso di divieto di accesso già esistente”.
fdicosmo
Un commento sulle emissioni dovute al riscaldamento domestico.
Gli inquinanti nelle biomasse legnose e le emissioni in atmosfera:
Se lo svolgimento dei processi di combustione del legno avvenisse in condizioni ideali, si avrebbe la formazione di CO2 (anidride carbonica), H2O (acqua), e tracce di NOx (ossido di azoto), CO (monossido di carbonio) in quantità accettabili. D’altronde, essendo un combustibile naturale, il legno non dovrebbe deviare sensibilmente i cicli ecologici dei principali elementi chimici.
In pratica, però, per effetto di una non completa combustione (dovuta alle basse temperature, ai tempi di reazione troppo corti, alla scarsa quantità di ossigeno) e la presenza di contaminanti non carboniosi, dalla combustione del legno si possono originare centinaia di composti diversi, liberati nell’ambiente sotto forma solida (particolato), liquida e gassosa (aerosol).
L’uso del legno come combustibile può avere impatti significativi sull’ambiente per la formazione, nel corso del processo, di sostanze inquinanti.
Tra queste sostanze, il gruppo degli idrocarburi (soprattutto gli idrocarburi poliaromatici, quali il benzopirene), la formaldeide, il particolato respirabile (inferiore a 2μ), il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto e, talvolta, l’anidride solforosa, sono i composti che destano le preoccupazioni maggiori di ordine sanitario.
Un altro fattore rilevante per la qualità dei fumi in uscita è rappresentato dall’omogeneità del combustibile.
Per questo motivo è preferibile adottare unità di combustione in grado di sviluppare temperature elevate (950-1200°C) non raggiungibili nei nostri comuni camini.