Il parere della Conferenza delle Donne Democratiche di Capitanata
Nonostante il forte ed apprezzato impegno del nostro candidato alla presidenza della regione, Michele Emiliano, di non ricandidare, in alcun tipo di lista (Pd o civiche collegate), gli uscenti che non voteranno a favore delle norme per la parità di genere, le donne democratiche di Capitanata, consce del pericolo del voto segreto (che può essere richiesto da soli cinque consiglieri) temono il rischio di una riforma non solo monca, ma capace di produrre conseguenze perverse, contrarie cioè al principio al quale sembrerebbero ispirarsi.
La doppia preferenza – meccanismo grazie al quale ogni cittadina ed ogni cittadino possono (e non devono) esprimere due voti per due persone di sesso diverso – e le liste al 50% donne e 50% uomini – che non garantiscono affatto l’elezione, ma la semplice presenza in una lista elettorale e quindi la possibilità per le donne di essere elette – sono infatti due opzioni che devono necessariamente coesistere all’interno della riforma.
Bisogna quindi che i suddetti meccanismi vengano riuniti in un unico articolo e così sottoposti all’approvazione del Consiglio, per impedire al centrodestra di fare quanto già annunciato: approvare ipocritamente solo l’obbligo delle liste 50-50.
«La differenza tra l’effetto desiderato e quello che poi si realizzerà – dichiara la portavoce della Conferenza di Capitanata, Maria Elena Ritrovato – rende inaccettabile una riforma parziale della legge elettorale regionale. Non possiamo permettere che nel nome della parità di genere e del principio di uguaglianza venga invece di fatto aumentato lo squilibrio tra candidati “forti” e candidate alla prima esperienza elettorale: le liste sarebbero riempite di donne che – a due mesi dalle elezioni e senza la “speranza” insita nella doppia preferenza – non avrebbero nessuna chance di raggiungere un seggio in via Capruzzi».
Se la norma, insomma, non potrà essere approvata ora nella sua integrità, diventa preferibile attendere la prossima legislatura, quando – come annunciato dallo stesso Emiliano – la riforma vedrà la luce così come richiesto a gran voce dalle donne pugliesi.