“Un invito ai miei concittadini, agli
organi di vigilanza e controllo, agli amministratori”
Gent.mo
Direttore,
Il
mio nome è Michele Pagliara; sono un disabile, ormai da alcuni anni
impossibilitato a deambulare autonomamente. Nelle settimane scorse ho avuto la
possibilità di leggere sul portale SanGiovanniRotondoNET.it diversi articoli ed
i relativi commenti dei cittadini, in ordine ai disagi ed alle vicissitudini
che quotidianamente tutti noi ci troviamo a dover superare.
Ho
apprezzato molto il fatto che finalmente si sia parlato “di noi”, della
disabilità, che ci sia stato un momento di sensibilizzazione; un po’ meno ho
gradito le tesi sostenute forse da chi non proprio vicino al “mondo” dei
disabili ritiene offensivo che l’Amministrazione Comunale abbia fatto
installare, a tutela dei nostri diritti, dei cartelli stradali con su scritto “Se
vuoi il mio posto prendi il mio handicap”.
Ma
non è su questa vicenda che intendo focalizzare i contenuti di questo mio scritto;
una “lettera alla città” tutta,
attraverso la quale voglio inviare dei messaggi, rivolgere degli inviti ai miei
concittadini, agli organi di vigilanza e controllo, agli amministratori.
Prima
di ogni cosa, in ordine alla recente installazione dei cartelli sopra citati,
vorrei precisare che unitamente ad altri amici disabili avevamo chiesto
(invano) tale soluzione già alla precedentemente amministrazione comunale.
Dobbiamo dare atto che sull’argomento l’attuale assessore delegato, Matteo
Ciociola, ha subito recepito questa nostra istanza così come quella relativa
alla realizzazione nei pressi del “Poliambulatorio Giovanni Paolo II” di un
punto privo di barriere architettoniche riservato alla fermata di mezzi
pubblici per una più agevole discesa da parte dei disabili.
Ciò
che più mi preme rilevare è l’innegabile evidenza dell’utilizzo improprio dei
“contrassegni invalidi” assegnati agli aventi diritto, previo accertamento
medico-legale. Lo scorso 13 ottobre ho formalmente scritto al sindaco e al
comandante della Polizia Municipale di San Giovanni Rotondo chiedendo:
– un monitoraggio di tutti i
“contrassegni invalidi”, al fine di accertare quante persone ne abbiano
effettivamente diritto, sulla premessa che molti detentori dei contrassegni
potrebbero essere già deceduti;
– un capillare controllo di tutti
coloro che usano ed abusano impropriamente
del contrassegno suddetto, per parcheggiare senza la presenza dell’invalido
negli appositi spazi riservati;
– la revoca del contrassegno per chi
lo usa impropriamente, con irrogazione delle relative sanzioni;
– la segnalazione alla Procura della
Repubblica dei nominativi che sono in possesso dei contrassegni senza trovarsi
nelle condizioni per poterne beneficiare, per intervenuto decesso dei soggetti
beneficiari;
– che il comandante dei Vigili Urbani
venga invitato a vigilare in caso di uso improprio dei contrassegni.
Il
mio invito è rivolto principalmente agli stessi disabili.
A loro chiedo: prima di tutto di vigilare per evitare la sottrazione illegittima
del contrassegno da parte di parenti opportunisti, oltre ad una seria
autocritica sulla cattiva consuetudine di “prestare” il contrassegno a mo’ di passepartout per usufruire degli spazi
dedicati esclusivamente agli invalidi. Ritengo che se tutti fossimo attenti e corretti
già nell’ambito familiare l’abuso si ridurrebbe o addirittura si annienterebbe.
Se legittimamente pretendiamo il rispetto dei nostri diritti, occorrerebbe che noi
per primi rispettassimo le basilari regole del vivere civile.
Mi
auguro di poter contare sull’impegno degli organi di polizia affinchè
nell’ambito delle attività quotidiane di pattuglia garantiscano i loro
interventi “fermandosi” ogni qual volta rilevino situazioni non in linea con le
norme del codice della strada.
Agli
amministratori della città, inoltre, chiedo che nel programmare le attività
sociali, culturali, sportive e nell’attuare le conseguenti iniziative, coinvolgano e tengano
conto anche dei disabili, dei loro disagi, delle loro aspettative e delle loro potenzialità.
Essere
nella condizione di disabilità non è facile, a maggior ragione se ci si ritrova
in questa situazione all’improvviso; ed è per questo che l’aiuto di tutti è
indispensabile per consentirci di vivere in una città senza limiti e
“barriere”.
Il
mio grazie “pubblico”, oltre alla mia famiglia ed agli amici di sempre, va a
Mario, Matteo, Toni, Carolina, Carol, per citarne solo alcuni, ed a tutti quei
ragazzi che da sempre vivono nella disabilità, che con discrezione mi hanno
aiutato a superare le iniziali difficoltà e stimolato a “continuare a vivere la
vita”.
Michele Pagliara