“Idee che appartengono al patrimonio di tutti”
Succede sempre così, ed è un peccato: un moscerino toglie disturba la visuale, un brufolo intristisce l’intero volto!
A dire il vero, in certi casi è doveroso guardare alla sostanza e non alla forma, alla nobiltà dell’intenzione più che alle modalità dell’espressione. E credo che questo sia il caso di un tema così importante come quello del razzismo o, meglio, della decisa avversione ad esso.
Gli stralci della lettera incriminata appartengono ad un testo molto più ampio, anzi ad un volume di circa 300 pagine. È ovvio, pertanto, che io abbia fatto delle scelte per poterne ricavare una sola paginetta!
Poi, conti alla mano: uno dei passaggi significativi della Lettera è una citazione di Giovanni Paolo II; quindi, una citazione di citazione che recepisco perché condivido. È forse un crimine citare Giovanni Paolo II?
Qualche altro stralcio conserva le virgolette: ulteriore segno che nessuno vuole agghindarsi con penne altrui.
Il contenuto della Lettera, inoltre, esprime idee che appartengono ormai al patrimonio di tutti e invita ad atteggiamenti di ordinaria umanità.
A partire da cosa, dunque, si dovrebbe trattare di plagio né di copia tanto meno di intenzionale contaminazione.
Le lettere sono un mezzo di comunicazione ordinaria e non certamente un lavoro di fine cultura. Anzi, continuando a saccheggiare qua e là, ne redigerò di altre per prossime e importanti occasioni, convinto che recepire non è un delitto, soprattutto e nella misura in cui si tratta di idee positive e propositive per la società. È un dovere imparare dagli altri.
Ritenendo del tutto fuori luogo la polemica di questi giorni, rimanderei al detto famoso (che non è cinese, ma la libera rielaborazione – ancora un plagio! – di un’idea un po’ più profonda di S. Agostino) di colui che, invitato ad ammirare la luna, si ferma a guardare il dito!
Il Sindaco
Luigi Pompilio