qualche centro di Brindisi, Foggia, Lecce così da vedere che significa la
solidarietà”
di
Giuseppe Siena
Caro
Sindaco ho letto la tua protesta per una ipotesi di accoglienza di profughi in
fuga dalle loro terre martoriate da guerre e persecuzioni.
Mi
permetto di dissentire e dirti che sbagli nel rappresentare questo dramma del
nuovo millennio come una cosa fastidiosa che disturba il nostro quieto vivere o
far intravedere lo spettro del terrorismo. Le cellule terroristiche sono ben
altra cosa.
Tutto
ciò divide e indirizza pericolosamente, senza distinzione alcuna, l’opinione
pubblica verso convincimenti comodi alla strategia, che l’unico rimedio è porre
sul piatto sacrifici di popoli e di gente innocente nel nome di una ambigua e
discutibile legittima difesa.
In
questo scontro riaffioreranno e verranno esaltate tutte le differenze
ideologiche, ma nello stesso tempo emergeranno
le enormi contraddizioni dei due pensieri contrapposti, che alimenteranno lo
scontro senza essere in grado di
trasferire ai nostri figli quella urgente e necessaria revisione storica della
politica dell’accoglienza dei popoli in difficoltà.
Nel
nome dello sviluppo e della tranquillità economica del nostro paese non si può
rinunciare a quello che ci deve distinguere dagli altri: riconoscere i diritti di
popoli interi che finalmente si stanno ribellando alle dittature dei loro
popoli e costruiscono faticosamente la loro democrazia e la loro autonomia
economica.
Non
è ricacciandoli nell’inferno dei loro paesi che si contribuisce a creare un
mondo migliore, anzi si fornisce impunità per chi, sotto questa sicura
protezione, ha operato i più grossi crimini contro l’umanità creando le
premesse per avere un mondo ove il 20% della popolazione mondiale ha a
disposizione l’80% delle risorse del pianeta.
prime reazioni di alcuni nostri concittadini devo riconoscere che purtroppo non
mi sto sbagliando. Lo scontro sociale che
si sta alimentando può assumere delle dimensioni preoccupanti annunciatrici di
ulteriori e pericolose divisioni culturali e economiche.
Son
d’accordo con chi sottolinea che senza una ferma valutazione critica dei
presupposti ideologici, senza una analisi chiara e sincera degli errori che
furono compiuti nell’ambito delle potenze mondiali, senza una ricostruzione
veritiera di ciò che è avvenuto e delle responsabilità che questo ha
comportato, si rischia solo di demonizzare un fenomeno senza comprenderlo.
Un
nostro impegno in tal senso avrà un effetto devastante sulla coscienza delle
giovani generazioni e le istituzioni non possono rinvigorire paure e egoismi
che, pur se per alcuni versi sono comprensibili, devono essere rigettati perché
non accettabili e condivisibili.
Se
non facciamo questo riprenderà corpo il razzismo, l’antisemitismo e
l’intolleranza verso popoli che spingono verso i territori occidentali per un
fatto di sopravvivenza e di fame.
Io
conosco molto bene il mio paese.
La
nostra cultura, così come diceva Padre Pio, è fatta di generosità, di
solidarietà, di accoglienza e ti assicuro che la gran parte dei nostri
concittadini non tollera chi non si sforzerà per rimuovere il seme dell’odio e
del fastidio per questi abitanti sfortunati del mondo.
Cosa
se ne fa la nostra città dello sviluppo economico se viene anteposto al
riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo.
Gli
extracomunitari che hanno diritto di accoglienza sono quelli che in caso di
ritorno nei loro paesi di origine verrebbero torturati, perseguitati e uccisi.
Caro
sindaco quando sento qualche esponente della lega nord esprimere giudizi
volgari e intolleranti verso questa povera gente mi sento orgoglioso di essere
nato in Puglia dove queste cose i miei conterranei le hanno capite prima di
altri e si sforzano perchè hanno compreso: che la strada giusta è quella di
accogliere gli albanesi, gli africani e così via; che occorre risolvere i loro
problemi e non cacciarli a calci nel sedere; che si deve solidarizzare con
questa gente provata da una condizione di vita ove anche il meno abbiente di
noi italiani non sarebbe sopravvissuto.
Vorrei
che molti visitassero in Puglia qualche centro di Brindisi, Foggia, Lecce così
da vedere che significa la solidarietà e rendersi conto cosa significa
costruirsi un lavoro insieme agli africani e gli albanesi.
Ma
so già come sarei liquidato: comunista impastato di ideologie di una Italia che
non vogliamo perchè l’egoismo la fa da padrone. Per questo voglio chiudere con le parole del Presidente dei Vescovi Cardinal
Bagnasco che pochi mesi fa ha dichiarato alla 63esima assemblea dei vescovi : “
Quanto i lampedusani e gli abitanti di
Linosa hanno fatto per accogliere i rifugiati dai paesi arabi deve essere un
richiamo a non avere paura dello
straniero. Deve essere un messaggio forte a tutto il paese: tutti dobbiamo
sentirci contagiati da questo esempio di Lampedusa, tutta l’Italia nella sua
interezza”.
Un
saluto,
Giuseppe
Siena