Breve estratto dell’intervista di Francesca Papagni al pianista e compositore sangiovannese
In occasione dei 105 anni delle stimmate del Santo da Pietrelcina e nel giorno delle stimmate di San Francesco d’Assisi, il pianista e compositore sangiovannese Christian Grifa torna ad esibirsi nella sua città.
Christian Grifa il 17 settembre presenterà in prima assoluta “Stigmate: Suoni della Terra e del Cosmo”, una composizione creata dal Maestro per l’Harmonium che il compositore Giacinto Scelsi donò a Padre Pio nel 1951.
L’appuntamento avrà luogo nella Chiesetta piccola del convento di Santa Maria delle Grazie.
Una vera orchestra di suoni accompagnerà l’Harmonium di Giacinto Scelsi nell’esecuzione “Stigmate”. Un ensemble di 5 elementi, 5 musicisti straordinari: Ivano Tamburrano, Lucia Leggieri, Riccardo Russo, Alberto Napolitano e Angela Rita Di Maggio, a cui il pianista sangiovannese ha chiesto di non suonare solo il proprio strumento ma di suonarne più di uno lungo il corso del brano.
Il concerto di Christian Grifa sarà preceduto Sabato 16 Settembre – alle ore 19:00, presso l’Auditorium Maria Pyle – dalla proiezione del docufilm “Il Primo Moto dell’Immobile”, di Sebastiano d’Ayala Valva, un documentario che mostra un dettagliato scorcio della vita di Giacinto Scelsi.
Gli eventi in programma si inseriscono nello Scelsi Experience e sono appuntamenti culturali ed artistici importanti per gli appassionati della musica e gli amanti del cinema ma anche per chi semplicemente vuole interessarsi alla storia di San Pio e di Giacinto Scelsi.
Con questo estratto dell’intervista di Francesca Papagni al pianista e compositore, pubblicata dalle Edizioni Centro Staurós, scopriamo direttamente dalle parole di Christian Grifa come la sua musica riuscirà a far rivivere l’Harmonium che Giacinto Scelsi donò a Padre Pio da Pietrelcina.
Maestro Grifa, come nasce l’idea di scrivere la composizione “Stigmate: Suoni della Terra e del Cosmo”?
L’idea di scrivere la composizione “Stigmate” nasce dal forte desiderio di creare una musica per Harmonium, che il compositore Giacinto Scelsi donò a San Pio da Pietrelcina nel 1951, oggi ritrovato presso Casa Sollievo della Sofferenza, in San Giovanni Rotondo.
Dopo essere stato ritrovato, questo Harmoniun viene presentato per la prima volta al pubblico… Perché scegliere proprio il titolo “Stigmate”?
Quando parliamo delle stimmate ci riferiamo al fenomeno mistico di Padre Pio da Pietrelcina. L’incontro tra questi due rilevanti personaggi del secolo scorso, San Pio e Giacinto Scelsi, avvenne a San Giovanni Rotondo, in Provincia di Foggia. Uno dei motivi che spinse Scelsi a venire sulla piccola cittadina del Gargano ad incontrare Padre Pio fu la sua malattia: egli affermava di essere stato “affetto da una strana, misteriosa e forse diabolica malattia progressiva” che lo ridusse all’inezia e a non poter più lavorare. Prima di chiedere aiuto al Santo da Pietrelcina, il compositore, aveva tentato le cure di circa 100 medici per mettere fine al suo male. Della testimonianza di questo incontro tra due persone “sofferenti”, oggi resta questo Harmonium, destinato, forse non casualmente, all’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza.
La sua composizione può essere definita «racconto della sofferenza»?
Forse sì, forse no. Il racconto, attraverso il suono, dell’esperienza mistica di San Pio può essere un viaggio interiore e psicologico per l’ascoltatore. La sofferenza, espressa al massimo grado con il segno delle stimmate, è parte integrante della Creazione Universale.
Il titolo sembra alludere a qualcosa che abbia a che fare con il Cosmo e con l’Universo… È così?
Sì. Nella mia interpretazione, io immagino la scena della ricezione delle stimmate come se fosse lo spezzone di un fotogramma più ampio, ascrivibile all’intero Universo. Le Stimmate, prima di apparire sotto forma di fasci di luce in quel di San Giovanni Rotondo, sono state create in un dove effimero, e questo “dove” può ricercarsi nel Cosmo; per ricollegarmi ad esso, mi sono lasciato ispirare dalla Cosmogonia del Paradiso di Dante Alighieri, e, più largamente, dalla Divina Commedia.
Lei è rinomatamente un pianista: come si sente nel suonare un Harmonium?
Faccio fatica. A parte la tastiera, possiamo dire che è totalmente un altro strumento. Nonostante ciò, giudico la mia esperienza molto positiva. È la prima volta che suono dal vivo uno strumento diverso dal pianoforte. L’ Harmonium mi ha fatto uscire da me stesso e mi ha insegnato ad ascoltare il suono in maniera differente. Seguendo l’esperienza di Giacinto Scelsi, ho suonato per mesi solo una nota per cercare di conoscerla e provare a vederla nel suo centro sonoro, e l’Harmonium, in questo percorso di crescita e scoperta, è stato un amico perfetto.
A proposito dello strumento principe della composizione: l’Harmonium è uno strumento desueto, perciò, qual è stata la sua esperienza da compositore ed esecutore?
In effetti, gli Harmonium non sono particolarmente diffusi oggigiorno. La mia fortuna è stata possederne uno in casa. Anni fa mi fu regalato dal prete della mia parrocchia: andai a prenderlo con mio fratello e lo caricammo su un carrello che mio padre usava per la raccolta delle olive. Lo strumento era praticamente rovinato, mio padre lo risistemò tutto, tramutandolo in un gioiello. Quando il parroco me lo donò, non sapevo cosa farne, e solo oggi mi sono reso conto di quanto sia stata una grande fortuna averlo in casa per la preparazione di questo brano. Evidentemente era destinato a questo!
Potrebbe raccontarci qualche curiosità accaduta mentre provava sull’Harmonium?
Di cose ne sono successe durante il periodo di questo lungo lavoro, e altre ne accadranno. Posso raccontare che quando andai la prima volta a conoscere questo strumento in Ospedale, ad aprirmi la porta ci furono le suore di Casa Sollievo della Sofferenza. Dopo aver trovato l’Harmonium che “riposava in un cantuccio” della chiesa, il mio volto fu pieno di entusiasmo, salvo scoprire, poi, che l’Harmonium era chiuso a chiave. Allora, ebbe inizio la caccia alla chiave perduta. Saremmo stati almeno circa un’ora a cercarla. Dopo aver scomodato telefonicamente delle consorelle in Africa, e dopo aver rovistato in tutta la chiesa e nell’appartamento delle suore, la chiave, finalmente, venne fuori. Cominciai finalmente a suonare e provare, emozionato, l’Harmonium. Ad un certo punto della musica, la suora mi poggiò la mano sulla spalla e mi disse: “io credo che questa chiave debba tenerla lei”. Ho sentito una grande emozione e responsabilità in quel momento, quindi, aver lavorato a quest’opera musicale, per me, è stato anche un dovere.
Qual è il suo augurio sul futuro di questo strumento?
Il mio augurio più profondo è che questo Harmonium possa essere uno strumento di grande ispirazione per i giovani e per i compositori di musica di tutto il mondo. Mi auguro che tutti si impegnino nel valorizzarlo e nel farlo fiorire con tanti bellissimi eventi intorno. Valorizzando questo Harmonium, valorizziamo anche il nostro luogo e i giorni della nostra vita. Diamo l’opportunità ai musicisti di tutto il mondo, che verranno a San Giovanni Rotondo per visitare San Pio da Pietrelcina, di poter ammirare e lasciarsi ispirare da questo prezioso strumento che è il segno dell’incontro tra San Pio e uno dei più grandi compositori del Novecento, ossia, Giacinto Scelsi.
Prima di concludere l’intervista, vorrebbe ricordare o ringraziare qualcuno in particolare?
Mi permetta, prima di concludere, di ringraziare infinitamente per il suo lavoro di ricerca il maestro Nicola Cisternino e tutte le persone che hanno aiutato e agevolato il suo operato. Senza il loro lavoro, oggi non saremmo a conoscenza di questo Harmonium e di questa storia, e credo che tutta la comunità di San Giovanni Rotondo deve a loro il suo riconoscimento. Ma ancora di più voglio ringraziare tutti coloro che hanno supportato il “Rotondo Music Festival” e lo “Scelsi Experience 2023”. Nonostante si fosse a conoscenza della presenza dell’Harmonium di G.Scelsi all’interno della chiesa di Casa Sollievo della Sofferenza, senza questo mio progetto culturale, e senza il contributo di molti, questo strumento non avrebbe mai visto la luce. A questi ringraziamenti, mi permetta di aggiungere – dal momento che Giacinto Scelsi aveva problemi legati alla depressione – un grandissimo riconoscimento a tutti coloro che lavorano costantemente con pazienti affetti da malattie mentali, affinché nel campo della salute, sempre più energie e attenzioni vengano spese per quelli che sono i portatori delle “stimmate invisibili”.
[…] Caro maestro Grifa, nel ringraziarla per questa intensa intervista, le faccio i miei più calorosi auguri per un grande successo, affinché tutti i suoi progetti artistici possano prendere forma quanto prima.
Colacicco
Vero è che le Chiese sono ormai quasi vuote, ma certi BELLISSIMI E GRANDI EVENTI, dovrebbero essere organizzati in Chiese, sale o luoghi, molto più spaziosi. I cittadini, fedeli e turisti, visto il poco spazio a disposizione, disertano l’evento