Intervista a Toni Noar Augello, autore de “Il mercante del freddo”, il romanzo ambientato su un Gargano a cavallo dell’Unità d’Italia
È in uscita “Il mercante del freddo”, il nuovo romanzo di Toni Noar Augello. Sabato 26 febbraio, alle 18, la presentazione ufficiale presso la Libreria Fahrenheit di San Giovanni Rotondo. Prima di questo importante appuntamento abbiamo intervistato* l’autore che ci ha raccontato i retroscena della sua ultima fatica.
Il “mercante del freddo” è il protagonista del tuo nuovo libro. Ci racconti brevemente quale compito svolgeva il commerciante di neve nell’epoca in cui si svolge il romanzo?
Il mercante del freddo commercia la neve. La conserva in profonde buche ricavate nel suolo, sulle montagne, durante l’inverno, per poi rivenderla d’estate, nella sua bottega. In un’epoca (l’Ottocento) priva di corrente elettrica e di qualsiasi altro supporto tecnologico, il mercante del freddo fornisce l’unico modo per rinfrescare cibi e bevande durante la bella stagione.
Il libro è ambientato proprio a cavallo dell’unità d’Italia. Come mai questa scelta temporale?
Tempo fa ho svolto delle ricerche negli archivi comunali di San Giovanni Rotondo per la mia tesi di laurea. In quella occasione mi sono imbattuto in due ordini di documenti molto interessanti: i contratti d’appalto per la vendita della neve, appunto; e alcuni incartamenti relativi ad un eccidio operato nelle mura del mio paese il giorno stesso del plebiscito che avrebbe decretato l’annessione al Regno d’Italia. Un avvenimento che mi ha lasciato senza fiato sia per la cruenza del delitto che per il silenzio caduto su un fatto così grave. La mia penna, allora, senza nessuna presunzione di risolvere misteri o emettere sentenze, a preso a scrivere per far rivivere una pagina di Storia tanto importante quanto sconosciuta, spingendomi prima ad approfondire le ricerche e poi a riflettere. Spero che il libro possa spronare in questa direzione anche il lettore.
Nel romanzo ci sono fatti ispirati a storie vere. Da chi hai tratto queste storie?
Sostanzialmente ho già risposto nella domanda precedente. E’ una storia di fantasia che si rifà ad eventi storici realmente accaduti, trasfigurati dalle esigenze dello scrittore. Mi sembra il caso di ribadire, dunque, che il romanzo in sé rimane frutto della mia fantasia, in quanto tale, assolutamente privo di qualsiasi intenzione di voler esprimere giudizi o risolvere enigmi.
Ci dici 3 buoni motivi per leggere il “mercante del freddo”?
Il libro è un tuffo nel passato, un viaggio in un mondo che non esiste più e che pure ci appartiene. Fa rivivere una importante pagina della nostra storia locale e nazionale, proprio nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Non solo, restituisce alla neve l’incanto e la magia che il surriscaldamento globale degli ultimi anni le sta inevitabilmente sottraendo. Penso che chiunque di noi ricordi bene che fino a 10 anni fa nevicava almeno tre volte l’anno, e che cadevano anche 30-40 cm di neve. Oggi il fenomeno è in drastica diminuzione (sia per frequenza che per intensità), e per fare pupazzi di neve spesso non basta scendere in strada. Bisogna raggiungere la montagna.
San Giovanni Rotondo oggi e 150 anni fa. Come immagini la vita dell’epoca?
La vita dell’epoca lascia poco spazio all’immaginazione. E’ riccamente documentata dagli storiografi locali dell’epoca. Mancava praticamente tutto. Era una vita dura, soprattutto per braccianti e pastori. Tuttavia la semplicità e la povertà non erano necessariamente sinonimi di tristezza ed infelicità.
Se tu fossi vissuto in quell’epoca, chi saresti stato?
Molto probabilmente un figlio di pastori o di braccianti. E se potessi scegliere tra le due opzioni, sceglierei la vita del pastore. Penso che la mia schiena me ne sarebbe oltremodo grata.
Quale insegnamento vuole lasciare il tuo libro?
Né il libro, né il suo autore mirano a tanto… Un libro è un viaggio. Mi auguro solo che in questo viaggio il lettore possa vedere tanto, e magari che qualche cosa gli rimanga dentro. Non posso sapere cosa. In un viaggio, ognuno fa la sua personale esperienza.
*intervista curata da Marianna Alicino