Incontro con l’autore Piergiorgio Reggio
Lo schiaffo di don Milani non è un libro su don Milani ma su di noi che da Barbiana ricevemmo uno schiaffo violento e provocatore.
Piergiorgio Reggio
A scriverlo nell’introduzione il professor Piergiorgio Reggio, pedagogista e formatore, che sarà a San Giovanni Rotondo per presentare la nuova edizione de “Lo schiaffo di don Milani. Il mito educativo di Barbiana” (edizioni La Meridiana).
Organizzato dal Presidio del libro e dall’associazione Provo.cult con il patrocinio del Comune di San Giovanni Rotondo, l’incontro si colloca in una serie di iniziative a livello nazionale che, nell’anno del centenario della nascita del priore di Barbiana (1923-2023), vogliono favorire la conoscenza della sua eredità spirituale, culturale e civile.
Nel piccolo e sperduto paese di Barbiana dove venne esiliato per la sua azione a favore dei giovani operai delle industrie tessili di San Donato di Calenzano, presso Prato, Don Lorenzo Milani fonderà una scuola col motto “I care” Mi importa, mi sta a cuore. Da questa scuola uscirà “Lettera a una professoressa”, libro corale scritto dai suoi alunni, figli di contadini che, al termine delle elementari frequentate in una pluriclasse, risultavano sostanzialmente analfabeti. Alla scuola di Lorenzo Milani questi ragazzi impareranno a prendere la parola perché “Solo la lingua fa eguali. Eguale è chi sa esprimersi e intende l’espressione altrui. Che sia ricco o povero non importa. Basta che parli.”
Nel libro, che è il testamento spirituale di Don Milani morto a 44 anni pochi mesi dopo la pubblicazione, i suoi alunni rivendicano il diritto allo studio a fronte di una realtà scolastica che, eludendo il dettato costituzionale, riproduceva ferocemente le diseguaglianze sociali. “Lettera a una professoressa” ebbe un’eco straordinaria e fu uno schiaffo al conformismo, a una concezione della realtà ritenuta immutabile e alla cultura concepita come strumento di emarginazione.
Di questa provocazione che negli anni ‘70 seppe smuovere tante coscienze, fece nascere esperienze educative spontanee e creative, e che tanti cambiamenti e innovazioni favorì nella scuola, parla il libro del professor Piergiorgio Reggio.
Appuntamento lunedì 18 settembre alle 19 nell’auditorium della Parrocchia della Trasfigurazione. Dialogherà con l’autore la giornalista Paola Russo. Interverranno il sindaco, professor Michele Crisetti e don Davide Longo, parroco della chiesa della Trasfigurazione.
Cosa è accaduto dopo Barbiana? È tutto finito con la chiusura, poco dopo la morte del Priore, della scuola? A questa domanda – che può sembrare per certi versi cinica – Piergiorgio Reggio tenta di rispondere con questo testo. Non una biografia del sacerdote e dell’educatore ma una rilettura della sua eredità, avendo in mente educatori ed educatrici, operatori sociali, insegnanti ma anche genitori e giovani incontrati in decenni di attività sociale, educativa e formativa. Non sono pagine rivolte a professionisti dell’istruzione e dell’educazione, ma a tutti coloro che intendono vivere relazioni significative di apprendimento. Lo schiaffo di don Milani, sferzante e irato, è rivolto al conformismo delle mode assunte acriticamente, di un’educazione senza interrogativi, imposta e accettata, di adeguamento alla mentalità corrente. Oggi, come cinquanta anni fa, il mito di Barbiana consiste nel concepire l’educazione come elemento concreto della quotidianità. C’è ancora bisogno di reinventare l’esperienza di don Milani in forme adeguate alle circostanze attuali, perché è proprio vero, come lasciò scritto lo stesso don Lorenzo, che “essere fedeli ad un morto è la peggiore infedeltà”. Don Milani divide ancora oggi, come cinquant’anni fa. Andando alla radice delle contraddizioni, egli obbliga a schierarsi. Anche se sono cambiati (e cambieranno ancora) le forme, i modi, i nomi dell’esclusione, resta sempre la necessità di prendere parte e di fare la propria parte per esprimere la propria umanità nel mondo.