Dal libro “Quarta Mafia” il quadro del fenomeno mafioso sul Gargano e in Capitanata e la necessità di un risveglio delle coscienze
Si è svolto ieri sera nel chiostro di Palazzo di Città il primo appuntamento della kermesse letteraria “Libri in Corso”.
Il dibattito pubblico, interamente dedicato al fenomeno della criminalità organizzata e in modo particolare alle organizzazioni mafiose del nostro territorio, ha preso le mosse dalla presentazione del libro “Quarta Mafia” scritto dal dottor Antonio Laronga, magistrato da anni impegnato sul fronte caldo della lotta alla mafia in Provincia di Foggia, che nel suo libro parla per la prima volta delle mafie foggiane, la “quarta mafia” appunto: una mafia rimasta a lungo invisibile rispetto a quelle tradizionali, solo perché poco raccontata e conosciuta.
Il Procuratore aggiunto Antonio Laronga e S.E. Mons. Franco Moscone, Arcivescovo della diocesi Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo e Presidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, hanno evidenziato che discutere di temi legati alla legalità è sempre più necessario in un territorio dove tutto sembra normale.
Non è insolito che di fronte allo stesso fatto si possano avere percezioni e interpretazioni diverse. Perché spesso neghiamo la realtà e ci raccontiamo storie diverse per illuderci che tutto vada per il verso giusto. Allontaniamo ciò che ci fa paura, perché diventa più facile raccontarci che la mafia non esiste: eppure la Mafia nel nord della Puglia non solo esiste… ma uccide più delle associazioni mafiose “storiche” (Cosa nostra, ’ndrangheta e camorra).
“La legalità non può essere un qualcosa da rispettare a convenienza, e dobbiamo essere consapevoli che il nostro impegno deve essere diviso tra ciascuno di noi, perché contribuisce a formare una nuova etica pubblica”. Sono le parole precise, importanti di Antonio Laronga, che lasciano il segno.
La pandemia, il lockdown hanno peggiorato la situazione e fatto crescere il malessere economico ma soprattutto sociale.
“Aumentano gli episodi di autolesionismo o in alcuni casi di tentativi di suicidio tra i giovani – afferma monsignor Franco Moscone – nella nostra comunità vi è un aumento di giovani suicidati o indotti al suicidio. Oggi ho celebrato il funerale di Luca, una morte indotta”.
L’evento ha rappresentato l’occasione per trattare temi tristemente noti al territorio sangiovannese, foggiano, dalla “Società” foggiana alla Mafia garganica e la Mafia cerignolana, raccontate attraverso quarant’anni di vicende criminali tratte da fonti giudiziarie e da documenti investigativi.
Una sera di fine agosto che ci ricorda che forse la normalità non esiste se anche di fronte a fatti inequivocabili ci raccontiamo storie diverse illudendoci che tutto vada nel verso giusto.