Contribuirà a predire l’efficacia delle nuove terapie attualmente disponibili
L’unità di Epatologia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ha messo a punto un complesso test di laboratorio per predire il rischio di appartenere alla minoranza di pazienti, stimata nel 10%, che non rispondono alla terapia orale con gli inibitori diretti del virus dell’epatite C attualmente in uso in Italia.
Il virus dell’epatite C quando si riproduce è soggetto a cambiamenti nel suo codice genetico, cioè nella sua sequenza. Queste mutazioni possono rendere il virus resistente all’azione di alcuni farmaci antivirali per uso orale attualmente impiegati nella cura dell’epatite cronica da virus C. In particolare, le mutazioni giocano un ruolo sfavorevole nella risposta al trattamento di pazienti con cirrosi epatica, esponendoli al rischio di un insuccesso terapeutico.
«Per evidenziare queste mutazioni nel codice genetico dell’HCV non esistono al momento test commerciali – spiega Alessandra Mangia, medico responsabile dell’Unità e del Laboratorio di Epatologia che da oltre 20 anni si occupa di diagnosi e cura dell’infezione cronica da virus C. – Abbiamo pertanto messo a punto una tecnica di laboratorio altamente specializzata, chiamata sequenziamento virale, in grado di guidarci nella scelta della migliore terapia da somministrare ai pazienti, anche nel caso di precedenti insuccessi terapeutici».
Al test di laboratorio possono accedere tutti i pazienti che devono intraprendere la terapia antivirale o che abbiano già fallito un primo ciclo, dopo averne discusso con lo specialista da cui sono seguiti. Il test si esegue su campione congelato di siero del soggetto infettato da HCV, o su prelievo di sangue effettuato direttamente presso l’ambulatorio di Epatologia ubicato al Poliambulatorio Giovanni Paolo II. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì e fornisce risposte nell’arco di 20 giorni.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare la segreteria dell’Unità di Epatologia al numero 0882.416271.
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