di Gaetano Cusenza
Tutto è nato, qualche giorno fa, da una inaspettata telefonata di un Parlamentare del Partito Democratico, al quale mi lega una profonda amicizia. Mi disse: “ Ho visto che sei ancora nell’elenco dei Componenti dell’Assemblea Nazionale del PD, allora, perché non vieni il 14 luglio a Roma?”. Rispondo: “ Ho lasciato il PD due anni fa circa, preferisco non partecipare”.Di rimando aggiunse: “Tanto il Terzo Polo è finito prima di nascere. Ti aspetto”.
La mattina del 14 luglio scorso, in occasione dell’Assemblea Nazionale a Roma, dove si è svolta l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, ho colto l’occasione per rivedere amici che non vedevo da tempo. La discussione entra subito nel vivo e con la relazione introduttiva del segretario Pierluigi Bersani, il clima si surriscalda, soprattutto su alcuni temi: le primarie all’interno del PD per la scelta del Premier, il documento del Comitato dei Diritti e le varie anime del Partito, soprattutto il “movimentismo”di Renzi.
Sul primo argomento Bersani è chiarissimo: “lo Statuto del PD prevede che il candidato Premier deve essere il Segretario, pertanto non hanno senso le primarie. Hanno senso invece, e le faremo in autunno, le primarie di coalizione”. La relazione di Bersani è stata accettata dalla stragrande maggioranza dell’Assemblea, ma è stata invece contestata dai giovani del PD e dal gruppo che sostiene Matteo Renzi, i quali tra l’altro hanno anche presentato un ordine del giorno, in cui si chiede le primarie di partito. Proposta bocciata dall’Assemblea, con la profonda delusione del Sindaco di Firenze.
Il secondo argomento riguarda il documento elaborato dal Comitato dei Diritti e si riferisce alla spinosa questione se riconoscere o meno i matrimoni tra omosessuali. Alcuni delegati, guidati dall’on. Paola Concia e dall’on. Ivan Scalfarotto, hanno presentato due ordini del giorno, con i quali chiedevano il matrimonio per coppie dello stesso sesso. Il Presidente dell’Assemblea, l’on. Rosi Bindi, si è rifiutata ed è scoppiata una bagarre. Si prova a dialogare, ma gli animi si surriscaldano. Alla fine si vota sul documento del Comitato, che passa con 800 voti favorevoli e 38 contrari e tanta, tanta, delusione per quei pochi che chiedevano il matrimonio omosessuale.
La discussione su questi temi sensibili comunque continua. Per adesso il documento del Partito Democratico ha chiarito il primato della famiglia fondata sul matrimonio, così come previsto dall’art. 29 della Costituzione, ma la partita è ancora aperta. Come andrà a finire? Non vedo idee molto chiare. Si parla di una legge come quella Tedesca, ma cosa prevede questa legge nessuno lo dice. Vedremo. Intanto nel Comune di Milano è stato istituito il registro per le Unioni Civili.
Infine il terzo argomento circa le varie anime del PD, la vera grande spina nel fianco di Bersani. Quanti gruppi: il gruppo del segretario Bersani, che ultimamente deve contenere le imprevedibili esternazioni di Fassina. Il gruppo del leader D’Alema, che da sempre è il numero uno. Poi Area Dem, il gruppo MoDem e all’interno di questo il “gruppo dei 15”. A tutti questi bisogna aggiungere il dinamismo e l’imprevedibilità di Matteo Renzi, che ha creato un “movimentismo” veramente unico. Come se non bastasse, ecco le Liste Civiche Nazionali, guidate da illustri esponenti del Partito, come Emiliano.
La sera sono uscito dall’Assemblea del PD con queste riflessioni. Il Partito Democratico è, secondo i sondaggi, il primo partito in Italia, ma è troppo diviso.
E’ diviso sui temi cosiddetti sensibili, sulla riforma Costituzionale, ci sono troppe proposte sulla riforma elettorale. E’ diviso sulla strategia economica e su come rilanciare la crescita del Paese. Per non parlare delle alleanze da costituire per una futura maggioranza: è stretto tra il “Patto di Vasto” e l’imprevedibilità di Casini.
E negli Enti Locali? Stessa musica, con l’aggravante che si naviga a vista e non c’è un programma chiaro per il territorio. La crisi del Comune di Foggia e lo scioglimento del Comune di Zapponeta sono le ultime due tegole cadute sulla testa del PD provinciale. Tutto questo spiana la strada all’antipolitica e al qualunquismo. Se oggi l’antipolitica fa breccia tra la gente e riscuote consensi, è perché tutti i partiti sono imbrigliati, a loro interno, da questioni che nulla hanno a che fare con le esigenze dei cittadini. Questa è la vera crisi dei partiti. Questa è la crisi del Partito Democratico che io ho visto a Roma.
Per evitare tutto questo non resta che il ritorno al confronto, alla discussione su temi importanti per il nostro territorio e alla programmazione seria e disinteressata. Ai cittadini non interessano le logiche interne ai partiti. Ai cittadini interessa l’occupazione, il servizio socio-sanitario, la Città pulita etc..
Ad oggi solo così si salva la Politica. Solo questo può essere il segreto per tenere alta l’attenzione dei giovani, delle categorie economiche e sociali, delle associazioni e dei singoli cittadini.
Intanto, nei sondaggi, la fiducia verso i Partiti è scesa al 4 %, è scesa cioè a livelli minimi.
Gaetano Cusenza
Consigliere Provinciale