Il pilota sangiovannese di confessa in una intervista rilasciata a ‘GPone.com’
Dura la vita del collaudatore, niente luci della ribalta e tanto duro lavoro dietro alle quinte. “E’ un po’ come fare l’operaio – scherza Michele Pirro, impegnato ieri e oggi al Mugello sulla Desmosedici – ma ogni tanto faccio anche il pilota, che penso sia quello che mi riesce meglio”. Battute a parte, il pugliese sta macinando chilometri per sviluppare la Ducati che verrà. Prove qualche settimana fa a Jerez, poi un Gran Premio, poi di nuovo test, sulla pista toscana. Due giorni la scorsa settimana e altri due questa, prima di partire alla volta di Le Mans dove sostituirà Spies.
Non si può dire che non ti meriti lo stipendio, Michele.
“Ducati sta lavorando veramente tanto, anche se magari all’esterno si vedono meno gli sforzi che stiamo facendo. A differenza degli anni scorsi, quando si portava subito il nuovo materiale in pista, adesso si vuole dare le novità ai piloti ufficiali solo quando si è sicuri che c’è un miglioramento”.
La ‘tua’ D16, quella laboratorio, come è cambiata negli ultimi mesi?
“E’ un’evoluzione continua, dai test in Malesia di inizio anno stiamo lavorando sul telaio e sulla moto in generale. Penso sia il metodo giusto, mi hanno preso perché sono un pilota veloce e nelle giornate di test si può lavorare nel modo giusto. Magie non se ne fanno, ma penso che siamo sulla buona strada. Stiamo ottimizzando i tempi e quando porteremo le evoluzioni in gara si vedrà la differenza”.
Quindi sei ottimista sul ‘nuovo corso’ Ducati?
“Non bisogna avere fretta, è inutile portate nuove evoluzioni durante un Gran Premio solo per provarle, bisogna essere sicuri che siano un miglioramento”.
A Jerez hai corso con la moto che usi nei test, hai notato differenze in gara?
“L’ho provata in una condizione diversa e ho accusato un problema al posteriore che mi ha rallentato di metà gara in poi. Abbiamo fatto tesoro di questa informazione e abbiamo subito incominciato a lavorare per risolverlo. Se ci saranno ulteriore evoluzioni le proveremo nella gara del Mugello a inizio giugno”.
Dovizioso e Hayden hanno provato la moto laboratorio nei test di Jerez, le loro sensazioni corrispondono alle tue?
“Hanno detto esattamente le stesse cose che dico io e questo mi rende molto felice. Andrea e Nicky sono piloti con grande esperienza e hanno guidato diverse moto, quindi è positivo che le nostre conclusioni siano le stesse. Non conoscevo le loro aspettative, ma questo è solo un primo step verso la nuova moto. Sappiamo che lavorando si può ancora migliorare, la strada è lunga e io sono qui apposta per percorrerla, ma il primo passo l’abbiamo fatto”.
Due wild card già previste per Jerez e il Mugello e a Le Mans sostituirai Spies. Com’è ritornare a fare il pilota?
“Sono contento, in Spagna è andata bene, mi sono accorto che mi mancava un po’ il ritmo di gara, del resto era da novembre che non correvo e quello è stato il mio primo Gran Premio su una MotoGP. Penso che riuscirò a fare tre gare in crescendo, migliorando la mia confidenza sulla moto. Sono comunque soddisfatto, il distacco dagli altri ducatisti non è mai stato troppo alto e questo mi fa ben sperare”.
Anche in Francia userai la Desmosedici laboratorio?
“No, userò la moto di Spies, quella ‘standard’. Sarà un piccolo problema passare da una all’altra, perché quella non l’ho praticamente mai guidata, se non per qualche giro la scorsa settimana. Quando ti abitui a una moto non è facilissimo passare a un’altra, anche se le differenze fra le due non sono enormi. Comunque sono tranquillo, spero di fare al meglio il mio lavoro, portate avanti lo sviluppo e insieme fare il pilota”.
Anche la Panigale in Superbike sembra bisognosa di sviluppo, l’hai mai guidata?
“Ho chiesto di provarla e avrei dovuto farlo la scorsa settimana, ma quando abbiamo saputo che avrei sostituito Spies abbiamo preferito rimandare. Meglio concentrarsi sulla MotoGP e non fare troppa confusione. Però mi piacerebbe, la prossima mia wild card è prevista per Misano e sarebbe bello, se sarà possibile, correre a Imola in SBK”.