La lettera di auguri di Mons. Michele Castoro
Carissimi sorelle e fratelli, la festa del Natale del Signore giunge quest’anno in un periodo difficile, segnato da una crisi economica che sembra non finire mai e che tocca soprattutto i giovani in cerca di lavoro, i padri di famiglia disoccupati, gli anziani e i poveri che sentono, per le ristrettezze del momento presente, ancor più grave il peso della loro condizione.
I nostri progetti e le nostre aspettative appaiono come congelati nei cuori perché vediamo il futuro con preoccupazione, sfiducia e angoscia.
Siamo privi di gioia e sembriamo proprio come i Pastori accampati attorno a Bethlem, chiamati da un Angelo del Signore a vedere il Bambino e ad annunciare “una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi il Salvatore, Cristo Signore”.
Gli occhi dei Pastori di Betlemme, come i nostri, restano sconcertati, increduli, perplessi, turbati perché l’annuncio ricevuto non sembra affatto corrispondere a quanto in effetti vedono con gli occhi: il Salvatore è incredibilmente un piccolo indifeso, nato lontano da ogni clamore, che trova rifiuto e povertà.
E tuttavia proprio a quei Pastori, nella notte del Natale, viene cambiata radicalmente la storia: essi, guardiani di greggi, ora toccano il mistero dell’Amore, incontrano il Bambino, il Salvatore del mondo, il Dio umile che manifesta la sua tenerezza per l’uomo con cui condivide fragilità e miseria.
Oggi, il Natale sembra essere diventato una festa di luci effimere e di negozi addobbati, il cui luccichio abbagliante cerca di offuscare il grande mistero dell’umiltà di Dio. Chiediamo al Bambino di Bethlem, il Signore del tempo e della storia, di aiutarci ad attraversare preoccupazioni e difficoltà del momento presente, per poter trovare proprio Lui, umile Bambino, e scoprire così la vera gioia e la vera luce.
Deponiamo, allora, le nostre preoccupazioni, le nostre certezze, le nostre critiche, le nostre superbe disquisizioni intellettuali, scendiamo dal piedistallo dei nostri discorsi pregni di mentalità del mondo. Sì, completiamo appieno il cammino dell’Avvento e immergiamoci nel gaudio del Natale. Chiniamoci, andiamo spiritualmente a piedi a Bethlem, entriamo nella grotta, incontriamo Dio che è diverso da quanto immaginiamo. E siamo solidali con tutti coloro che sono nella povertà, nel dolore, nella condizione di essere immigrati, portando loro un raggio di quell’Amore di Dio donato al mondo con la nascita del Figlio suo.
Accogliamo il Bambino di Bethlem, Cristo Signore, per vivere della sua vita così che i suoi pensieri, le sue azioni, i suoi sentimenti, siano i nostri pensieri, le nostre azioni, i nostri sentimenti.
Nell’augurare un santo Natale che ci sproni a vivere nella gioia tutto il tempo delle grandi festività natalizie, invito tutti a portare ai nostri fratelli più bisognosi la Luce di Bethlem assieme a gioia e speranza vera.
Buon Natale a tutti!
+ Michele Castoro, arcivescovo