Quando le direttive nazionali allentano le restrizioni… a San Giovanni Rotondo è tutta un’altra musica
Dolcetto o scherzetto è il noto ritornello che accompagna la notte di Halloween, ma quest’anno lo scherzo è stato da brivido per la prima festa dopo oltre diciotto mesi di chiusure. Ha creato molto malumore, infatti, tra i ristoratori e tra gli avventori l’ordinanza emanata dal primo cittadino per arginare la movida e per regolamentare le attività dei pubblici esercizi nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre.
Una decisione di cui si è avuta contezza solo nella tarda giornata del 29, quando ormai tutti i locali avevano investito e programmato i festeggiamenti per la notte di Halloween nel pieno rispetto delle normative nazionali vigenti.
In nome della ben nota emergenza sanitaria, con la quale abbiamo imparato a convivere da marzo 2020, il sindaco Michele Crisetti ha deciso di limitare l’orario di apertura di tutti i locali considerato che “suddetti eventi – si legge nell’ordinanza – potrebbero altresì invogliare anche avventori di paesi limitrofi a partecipare e, quindi, far accrescere ancor più il numero dei partecipanti”.
Ci sembra fuori discussione che l’emergenza sanitaria non sia ancora sotto controllo e che sia necessario e doveroso non abbassare la guardia, ma riteniamo che se ci sono regole che disciplinano gli accessi ai pubblici esercizi sarebbero bastati dei controlli mirati a verificare se il numero dei partecipanti alle feste fosse congruo alle disposizioni di legge e se tutti i presenti avessero il green pass. Certo è che se si volevano evitare assembramenti in luoghi “controllati” con la disposizione di chiusura anticipata si sono certamente favorite le feste private.
Inoltre, l’ordinanza ha penalizzato non solo gli esercenti che avevano organizzato feste a tema, ma anche i gestori dei locali che avrebbero dovuto lavorare come in una qualsiasi domenica sera.
Tutto il malumore dei commercianti è racchiuso nel comunicato inviato agli organi di stampa da Damiano Fiore, presidente dell’Associazione Commercianti di San Giovanni Rotondo, che chiede di conoscere le ragioni di questa ordinanza.
Con l’ordinanza n. 98 del 29 ottobre 2021, il sindaco Michele Crisetti ha deciso la chiusura dei pubblici esercizi a partire dalle ore 01:00 del 1 novembre. – si legge nella nota – Nella premessa, il sindaco richiama lo stato di emergenza in vigore fino al 31 dicembre, valutando la situazione sanitaria non propriamente critica. Con lo stesso atto, egli menziona espressamente tutti i pubblici esercizi che, in occasione della festa di Halloween, hanno organizzato eventi di intrattenimento per invogliare gli avventori dei paesi limitrofi a partecipare. Tuttavia, il Governo, con decreto n. 241 dell’8 ottobre 2021, disponeva le aperture di attività culturali, sportive e di intrattenimento musicale e danzante dando disposizioni restrittive ben precise. A tal fine, il presidente dell’associazione commercianti, Damiano Fiore, chiede di conoscere le ragioni di questa ordinanza oltremodo restrittiva da parte del sindaco, nonostante egli stesso, in varie occasioni, abbia sempre ribadito di seguire pedissequamente le disposizioni nazionali. Come capita spesso, i commercianti si sentono abbandonati da questa amministrazione che, da quanto emerge sul piano politico dalle dichiarazioni di alcuni componenti della maggioranza, non tiene fede al suo stesso programma elettorale. In effetti, anche la tassazione nel comune di San Giovanni Rotondo ha raggiunto livelli record, portandoci tra i comuni più tassati d’Italia. Pure su questo, in vari incontri, sempre lo stesso sindaco aveva preso impegni per risolvere questa situazione.
I nostri microsistemi produttivi sono già stati colpiti da questa pandemia e, in molti casi, hanno dovuto chiudere i battenti.
Il sindaco, in modo autonomo e senza consultare le associazioni di categoria, ha emanato un’ordinanza che colpisce gravemente e inspiegabilmente una parte fondamentale del tessuto produttivo cittadino. La distanza di pensiero tra questa amministrazione e la forza imprenditoriale della città è divenuta ormai siderale.
Alle rimostranze degli esercenti si aggiungono quelle degli avventori che hanno saputo dell’esistenza di questa ordinanza solo grazie al passa parola, a partire dalle prime ore di sabato 30 ottobre, sulle chat di WhatsApp.
Infatti il documento è presente solo sull’albo pretorio del sito istituzionale e nessun comunicato, nessun post sui social è stato lanciato per avvisare la cittadinanza di questa decisione, anche se i contenuti erano di interesse pubblico. E proprio il sindaco che in un recente videomessaggio diceva di affidarsi ai social per comunicare in modo diretto con la città ha disatteso la sua “modalità di azione comunicativa”.
Non sarà forse questa una scelta dettata dal voler evitare polemiche e attacchi?
S.R.
PS: Come per incanto, dopo la pubblicazione di questo articolo, sul sito istituzionale è visibile la news sull’ordinanza in questione, ovviamente con data 29 ottobre. Un’idea geniale. Peccato che la toppa, messa a cose fatte, sia peggio del buco.