Tic-toc il tempo scorre… anche in quarantena
Il progetto “NON SEI SOLO – pronto supporto”, è il servizio di sostegno psicologico telefonico gratuito per i cittadini di San Giovanni Rotondo ideato per far fronte ai bisogni e alle esigenze legate all’emergenza sanitaria causata dal COVID-19. L’idea del progetto nasce all’interno di un gruppo multidisciplinare di psicologi e psicoterapeuti pronti a fare la loro parte per vincere questa battaglia, mettendo a disposizione tutta la professionalità e la passione per contenere il malessere e normalizzare le paure e le ansie legate al COVID-19 e per potenziare le proprie risorse psico-fisiche.
Oltre al supporto psicologico telefonico, il team di esperti offrirà attraverso il nostro portale delle letture per affrontare con un atteggiamento psicologico positivo ansie, paure e incertezze legate a questa condizione così particolare.
Terzo appuntamento a cura della dott.ssa Maria Stefania Siccardi
Tic-toc il tempo scorre: lo stai impiegando in modo efficace per te?
Ci hanno chiesto di restare a casa, di cambiare le nostre abitudini, di riorganizzarci.
Come siamo stati bravi a riempire questo nuovo tempo, ci siamo destreggiati tra smart working, tra nuove passioni o vecchie passioni riadattate, tra i figli, tra gli appuntamenti in videochiamate o con i vicini sul balcone. Tutto questo lo abbiamo fatto anche con una certa difficoltà.
Ma di nuovo ci siamo ritrovati con mille cose da fare o da voler fare, di nuovo nella “corsa della routine”, anche se in un modo e uno spazio diverso a cui eravamo abituati.
Sembra che le giornate trascorrono con una certa “naturalezza” ma quando la sera ci ritroviamo con noi stessi, quando cala il silenzio, quando ci sei solo tu, sdraiato e osservi il vuoto, in quel momento lì sale un’emozione dalla pancia attraversa il petto ed arriva alla testa, è sottile, è fastidiosa quasi angosciante e ad un tratto senti un nodo alla gola e i pensieri incalzano la mente.
Ci sentiamo irrequieti, irritabili, tesi e continuamente preoccupati per qualche aspetto della vita. Rimuginiamo, ripetendo mentalmente i termini di un problema, e rimaniamo lì nel problema senza fare un passo verso la soluzione.
Questo può essere comune in questo periodo che stiamo vivendo.
Altri si rannicchiano nei rimpianti, nei sensi di colpa: quando il presente è difficile e ci spaventa sembra più facile volgere lo sguardo indietro rischiando, però, di rimanere incatenati al passato, bloccati da una catena che ha come anelli i se e i ma .
Altri guardano al domani, al futuro lontano, rischiando di fare i conti, oggi ancor di più, con l’incerto. Non sappiamo come sarà questa convivenza con il virus. Vogliamo a tutti i costi il controllo, come se potesse sottrarci al dolore del domani. Un controllo che noi umani tanto desideriamo ma che la natura ci ha dimostrato che non possiamo avere. Nel frattempo ci stiamo impedendo di vivere il presente.
Ed è allora che iniziamo la ricerca verso la soluzione: la cerchiamo nelle pagine di internet, negli articoli di giornale e nelle interviste.
Ed ecco che si affaccia un’altra esigenza: il bisogno di rassicurazione. Abbiamo bisogno che altri ci dicano che andrà tutto bene, che siamo stati bravi ad affrontare questa quarantena e a restare a casa. Deleghiamo all’altro il potere di darci un valore, siamo ok se l’altro ce lo dice, rischiando così di essere vulnerabili e dipendenti dall’opinione dell’altro.
Allora, ancora più frustrati riprendiamo la nostra ricerca delle soluzioni, di nuovo tra le pagine di internet, tra i telegiornali e le interviste.
Notiamo che non esiste una soluzione unica e buona per tutti. Allora sale la rabbia, stiamo facendo i conti con l’impotenza dell’uomo.
Mi sento di dirti che di nuovo in questa corsa per la ricerca della soluzione ti stai affidando all’altro depotenziandoti e dando all’altro la responsabilità di te stesso.
A questo punto sorge spontanea una domanda: questi vissuti emotivi sono dentro di noi e noi li abbiamo creati, allora come mai li viviamo come se fossero fuori di noi e li subiamo in modo passivo?
Prova ad osservarti. Per osservarsi però c’è bisogno di stare fermi… e sì, devi ritornare all’istante in cui ti sei sdraiato, in cui eri solo. L’osservare come processo della conoscenza e partecipazione attiva.
Se ti osservi puoi scegliere il “tuo fare” per vivere questo tempo diverso, vuoi farlo?
I professionisti del servizio “Non sei solo – Pronto Supporto” ti invitano
a contattare il numero 3891740707 o mandare una mail all’indirizzo: aiutopsicologicocovid19@gmail.com.