di Federico Fabrizio
Le diossine sono classificabili come composti organici estremamente cancerogeni per l’uomo e gli animali, arrivando a livelli di tossicità valutabili in ng/Kg, per cui riconoscibili tra i più potenti veleni al Mondo.
Sono poco volatili per via del loro elevato peso molecolare, inodore, poco biodegradabili, insolubili in acqua, ma solubili nei grassi dove tendono ad accumularsi. Mediamente il 90% dell’esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti e non direttamente per via aerea: il fenomeno del bioaccumulo fa sì che la diossina si concentri sempre più, a partire dai vegetali, passando dapprima agli animali erbivori, poi ai carnivori ed infine all’uomo.
Si tratta di un processo funzionale alla base della catena alimentare. Le diossine vengono prodotte quando materiale organico è bruciato in presenza di cloro, sia esso cloruro inorganico, come il comune sale da cucina, sia presente in composti organici clorurati.
Per quanto riguarda i processi di combustione, possiamo ritrovarle in: industrie chimiche, siderurgiche, metallurgiche, industrie del vetro e della ceramica, nel fumo di sigaretta, nelle combustioni di legno e carbone (potature e barbecue, camini e stufe), nella combustione (accidentale o meno) di rifiuti solidi urbani avviati in discarica o domestici.
Le più recenti ricerche sugli effetti delle diossine sull’uomo comprendono: mortalità prenatale, riduzione della crescita, disfunzione di organi quali il sistema nervoso centrale, alterazioni funzionali, ivi inclusi effetti sul sistema riproduttivo maschile.
Le diossine causano una forma persistente di acne, nota come cloracne; sugli animali hanno effetti cancerogeni ed interferiscono con il normale sviluppo fisico. È stato inoltre dimostrato che l’esposizione alla diossina può incentivare il rischio di endometriosi.
Il regolamento C.E. 199/2006 definisce i tenori massimi delle diossine che possono essere presenti nelle derrate alimentari destinate all’alimentazione umana. L’emivita, ossia il tempo necessario ad una sostanza per dimezzare la sua concentrazione nel sangue o in un organo, delle diossine nei tessuti umani varia dai 5 agli 11 anni.
Per garantire la tutela dei consumatori è importante e necessario ridurre l’esposizione ed i possibili effetti collaterali per l’uomo ai fini della sua incolumità psichica, intellettiva e fisica.